“ERA UN CAPO CHE SAPEVA PROTEGGERE I SUOI”
IL RICORDO DI GRECO E DEGLI ALTRI PROTAGONISTI DI MANI PULITE
Con la morte di Francesco Saverio Borrelli se ne va il secondo protagonista del pool di Mani Pulite dopo che, il 30 marzo 2014, era mancato a 83 anni l’ex procuratore Gerardo D’Ambrosio.
A uno a uno, stanno arrivando i ricordi dei superstiti del pool, a cominciare da quello di Francesco Greco, a capo della procura di Milano e considerato l’allievo dell’ex magistrato che guidò la squadra di Mani Pulite.
“Francesco Saverio Borrelli era un capo che sapeva proteggere i suoi uomini, una persona che ha fatto la storia d’Italia”, ha detto Greco all’Adnkronos. “Spero di poter organizzare per lunedì la camera ardente in Tribunale a Milano”. ”È stato un grande magistrato che ha fatto la storia di questo Paese”, ha aggiunto all’Ansa.
Commosso anche il ricordo dell’ex magistrato Gherardo Colombo: “Ho appreso la notizia della morte dell’amico – perchè era un amico, Saverio – e ovviamente è una notizia che mi addolora molto. Abbiamo passato tanti anni lavorando gomito a gomito, era una persona eccezionale”, ha commentato all’Adnkronos.
Sono tre i componenti di quella squadra che esercitano ancora la professione di magistrato: l’attuale procuratore capo di Milano Francesco Greco, 68 anni, che, all’atto dell’insediamento, nel 2016, abbracciò Borrelli ringraziandolo per essere stato il suo mentore; Ilda Boccassini, di un anno più anziana, prossima alla pensione prevista a dicembre; Paolo Ielo, 58 anni, procuratore aggiunto a Roma
Piercamillo Davigo, 68 anni, è nell’organico della Cassazione e consigliere togato del Csm con la sua corrente Autonomia e Indipendenza.
Colombo, 73 anni, ha lasciato la magistratura nel 2007 a soli 60 anni, per dedicarsi tra le altre cose a un’assidua attività di prevenzione della corruzione nelle scuole, convinto dell’inutilità del carcere in una prospettiva di cambiamento del Paese. “Sono molto addolorato per la notizia. Francesco era un uomo raro, molto raro”, ha dichiarato all’Ansa.
Anche Antonio Di Pietro, 69 anni, forse il volto più popolare del Pool, aveva appeso la toga ‘prematuramente’ con le dimissioni date nel 1994. In seguito si è dedicato alla politica col suo movimento ‘Italia dei valori’ fino a diventare ministro dei Lavori Pubblici nel governo guidato da Romano Prodi. Un’esperienza durata solo sei mesi perchè si dimise dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di un’indagine da cui poi uscì scagionato. Si ripresenterà in un’aula del Palazzo di Giustizia di Milano a settembre, nelle vesti di avvocato di alcuni giornalisti del ‘Sole 24 Ore’ che chiedono di costituirsi parte civile nell’udienza preliminare con al centro presunte irregolarità nei bilanci del quotidiano economico.
(da “Huffingtonpost”)
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