FARAGE IN EXTREMIS RIESCE A FORMARE IL GRUPPO GRAZIE ALL’ACQUISTO DI UNA ELETTA NEL F.N. DELLA LE PEN
L’EFD NASCE GRAZIE A TRE SINGOLI DEPUTATI, UN CECO, UN LETTONE E UNA TRANSFUFA DI MARINE… PER GRILLO E’ “UNA VITTORIA DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA”, MA LI UNISCE SOLO L’INTERESSE COMUNE A NON SPARIRE
La squadra europea di Nigel Farage c’è. E’ fragile, ma c’è.
Una fonte di quello che si chiama ancora Efd, gruppo per la Libertà e la democrazia, fa sapere che il leadr dell’Ukip e il suo alleato pesante italiano, il Movimento 5 stelle, hanno messo insieme 48 eurodeputati di sette nazionalità differenti.
Fondamentale l’apporto di Joà«lle Bergeron, la francese eletta col Fronte Nazionale che ha mollato la zarina Marine Le Pen.
E dei due altri soci solitari, il ceco Petr Mach e il lettone Iveta Grigule.
I tre singoli significano il raggiungimento della settima nazionalità necessaria per mettere insieme il team.
Ma sottolineano che basta un capriccio, un dissenso, che porti a una fuori uscita per far saltare tutto.
Equilibrio instabile, insomma. Ma è meglio che niente.
Permette di presentarsi in aula con una bandiera, ambire a poltrone, maggiori tempi di parola e più fondi pubblici.
I grillini, che gli inglesi chiamano “crickets” (grilli), hanno votato a larga maggioranza la scorsa settimana di unirsi all’Efd, per evitare “il suicidio politico” legato alla possibilità di essere nel nulla dei “non iscritti”.
«Una grande vittoria per la democrazia diretta – assicura Beppe Grillo – Per la prima volta in Europa, i cittadini hanno scelto i loro rappresentanti e hanno detto loro dove sedere nel parlamento. Adesso faremo sentire la loro voce senza intermediari. This is great!».
Gli altri componenti del gruppo sono naturalmente i 24 dell’Ukip, il partito indipendentista che ha sbancato nel Regno Unito; i due del partito lituano Ordine e Giustizia; i due democratici svedesi.
Sono uniti dalla volontà di cambiare l’Europa, ognuno però a modo suo.
Farage è nuclearista e vuole uscire dall’euro, i Crickets sono per le rinnovabili e per riequilibrare l’euro, senza il quale non si potrebbero avere gli eurobond.
I democratici svedesi sono estremisti, nazionalisti e ultraconservatori.
Con lo spirito movimentista grillino non hanno molto a che fare.
Riusciranno davvero a essere uniti e andare oltre l’interesse comune a non sparire?
Marco Zatterin
(da “La Stampa“)
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