FLOP M5S, PRIMARIE PER POCHI INTIMI
PARTECIPAZIONE DELUDENTE: PER DIVENTARE CANDIDATO GOVERNATORE DELL’EMILIA BASTANO 266 VOTI, IN CALABRIA 183… E C’E’ CHIEDE UNA CERTIFICAZIONE INDIPENDENTE DEI RISULTATI
«Beppe chiudi tutto!». «Ma davvero siamo così pochi? Siamo pochissimi, fa spavento, senza Grillo il movimento praticamente non esiste!».
Sono scorati i commenti dei militanti al post con cui il Movimento 5 stelle annuncia i vincitori delle “Regionalie” di Calabria ed Emilia Romagna.
C’è chi augura in bocca a lupo ai vincitori, ma anche chi ricorda — senza nominarla — che la vincitrice in Emilia Romagna, la candidata alla presidenza della Regione, è stata oggetto di un ricorso al tar del Lazio.
Giulia Gibertoni, modenese di Mirandola, docente a contratto di semiotica alla Cattolica di Milano, nel suo video di presentazione si definisce ricercatrice precaria e parla di quello che i 5 stelle dovrebbero fare in Europa.
Non fa alcun riferimento al lavoro in Regione, perchè il video è quello che aveva girato in vista delle europee: elezioni che credeva di aver vinto prima di essere raggiunta a Bruxelles da una telefola nata che le annunciava che, per un riconteggio, aveva perso di due voti e doveva cedere il posto.
Su questa storia, un’attivista di Parma ha fatto ricorso al tar del Lazio.
Ma le cose sembrano risolte dalla votazione di giovedì, in cui Giulia ha surclassato tutti con 266 voti. La seconda arrivata ne ha 167.
Molte meno gli altri: a Parma Patrizia Adorni è subentrata a una rinunciataria che aveva raccolto appena 15 voti.
Va peggio in Calabria. Nelle ultime ore gli attivisti erano in fermento per la presenza nella prima lista del fratello della deputata Dalila Nesci (già fidanzata dell’ex capogruppo Riccardo Nuti).
Alla fine, Diego Antonio ha preso solo due voti. E qualcuno — nella fazione opposta a quella della Nesci — pensa che non sia un caso.
Che lo staff abbia voluto evitare di far sorgere nuove polemiche sulle parentopoli del Movimento («Ha preso i voti suoi e della sorella. E i genitori? Neanche un eremita farebbe così poco»).
In realtà , in lista ci sono anche persone con 1 voto solo, e tra quelli che ce l’hanno fatta Enrico Natale Barbuto eletto nella circoscrizione di Vibo Valentia — si è fatto bastare le sue 8 preferenze.
Mentre il candidato governatore — Cono (Nuccio) Cantelmi, avvocato di Catanzaro, fondatore dell’associazione Ereticamente — ne ha ottenute 183
Adesso toccherà mettersi a lavoro per raccogliere le preferenze vere (le elezioni regionali le prevedono) «e non sarà facile», presagisce il senatore Franco Molinari: «Basta gridare e lamentarsi, in questo finora siamo stati bravissimi, dobbiamo essere in grado di fare proposte concrete per far uscire la Calabria da questa situazione».
A differenza delle altre volte, però, la maggioranza dei parlamentari non parla più di grande lezione di democrazia.
I numeri esigui dei votanti deludono tutti. I deputati che hanno già chiesto in una lettera aperta a Grillo e Casaleggio che un ente terzo verifichi il voto on line (come fu per le “Quirinarie”) non sono gli unici a non fidarsi.
La richiesta di trasparenza è ormai la coda di ogni votazione.
E almeno per ora, è rimasta inascoltata.
Annalisa Cuzzocrea
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