FOGGIA, SPARANO DA UN FUORISTRADA IN CORSA CONTRO UN GRUPPO DI BRACCIANTI: FERITO UN GIOVANE LAVORATORE DEL MALI
SECONDO AGGUATO RAZZISTA IN 48 ORE
Un movente ancora tutto da chiarire ma che potrebbe nascondere lo sfondo razziale. Ecco quanto potrebbe celarsi dietro il ferimento avvenuto la scorsa notte in località Borgo La Rocca, di un maliano di 30 anni, colpito al volto da un colpo di fucile caricato a pallini mentre era in auto con un connazionale ed un ivoriano. La vittima e’ ricoverata al Policlinico Riuniti di Foggia, e’ grave ma non rischia la vita.
Stando alla ricostruzione dell’accaduto i tre stranieri a bordo di una Opel, stavano rientrando al ghetto di Rignano, in località Torre Antonacci quando sono stati affiancati da un suv dal quale sono partiti alcuni colpi di fucile.
Colpi che hanno infranto il finestrino posteriore della Opel, ferendo il maliano. A quel punto i tre migranti hanno abbandonato il mezzo e sono fuggiti nelle campagne. Mentre il suv sfruttando il favore della notte ha fatto perdere le proprie tracce.
Le vittime hanno chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Il maliano e’ stato urgentemente trasportato in
ospedale in codice rosso. Mentre gli altri due stranieri sono stati ascoltati dai militari. Non è la prima volta che si verificano episodi a sfondo razziale nel Foggiano. Nell’estate del 2019 tre cittadini nordafricani, un Gambiano e due senegalesi, rimasero feriti dal lancio di alcune pietre partite da un’automobile in corsa mentre si recavano a lavoro nei campi.
E intanto non si è fatta attendere la dura condanna di Aboubakar Soumahoro della “Lega Braccianti” che in un post pubblicato sui suoi profili social annuncia: “un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori perché questi attentati alla vita di uomini e donne, non piegheranno e non fermeremo la nostra lotta per i diritti e per la dignità socio lavorativa di tutte e di tutti”.
Proprio alcune notti fa sempre nel l’insediamento spontaneo di Torre Antonacci alcune persone hanno tentato di rubate il gasolio che serve ad alimentare il funzionamento dell’impianto di illuminazione dell’area dove sono posizionati i container del centro di accoglienza al ghetto.
Anche in questo caso i migranti sono stati minacciati con una pistola da un uomo che poi è stato tratto in arresto. “Non c’é consolazione per il dolore e la rabbia provata – aggiunge Aboubakar – ma continueremo a lottare per questo nostro compagno e per tutti quelli che sono stati feriti questa notte nell’agguato”.
(da agenzie)
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