FORZA ITALIA RESISTE ALL’OPA OSTILE DELLA LEGA
NO DEI BIG DEL PARTITO A UN CONTENITORE UNICO DEL CENTRODESTRA… SOLO TOTI SAREBBE D’ACCORDO, MA NON E’ UNA NOVITA’… “I SONDAGGI CI DANNO AL 12% E NESSUNO SE N’E’ ANDATO”
«Forza Italia continua a tenere alto il programma del centrodestra e a portare avanti l’idea della coalizione unita…». L’ipotesi di lanciare un’opa ostile sui berlusconiani attraverso la nascita di un «partito unico» a trazione leghista, ventilata in privato da Matteo Salvini, si è appena materializzata alla festa del Fatto con le parole di Giancarlo Giorgetti, che ha immaginato il plastico ideale di una Lega che è già «il partito di riferimento del centrodestra».
Le agenzie battono le dichiarazioni del sottosegretario alle 12 e 51.
Dieci minuti dopo, in un giro vorticoso di telefonate con il resto del sancta santorum del berlusconismo, Antonio Tajani precisa che no, che «Forza Italia continua a combattere», che il programma del centrodestra va «tenuto alto», così come l’idea della coalizione.
Chi ci ha parlato nelle ultime ore giura che il presidente del Parlamento europeo non abbia alcuna intenzione di aprire un fronte con Giorgetti, di cui tra l’altro è ottimo amico; men che meno, ai piani alti di Forza Italia, c’è la voglia di innescare l’ennesima guerra di posizione contro la Lega da combattere sotto gli occhi di tutti. Eppure, di fronte alla controffensiva leghista, i big del berlusconismo azzardano una resistenza.
«Altro che partito in calo, guardatevi i sondaggi», sorride il portavoce azzurro Giorgio Mulè. Uno, dice, «l’ho preso dal sito del sottosegretario leghista Durigon e ci dà all’11,8 percento». Un altro, fonte Piepoli, con rilevazioni che però risalgono a luglio, fissa l’asticella al 12 e circola a mo’ di pannicello caldo telematico nei gruppi whatsapp dei dirigenti azzurri.
I massimi vertici del berlusconismo, che per mesi si sono divisi persino sulle sfumature, di fronte alla minaccia di essere inglobati dalla Lega hanno iniziato a fare fronte comune.
Resiste Letta, resiste Tajani, resiste Ghedini. Si smarca Giovanni Toti, favorevole a «un partito unico che chiedo da tempo».
E visto che la miglior difesa in certi casi è l’attacco, ecco che Forza Italia potrebbe chiedere formalmente a Salvini un vertice di coalizione per mettere a punto una strategia comune sulla presidenza della Rai e anche sulle candidature per la maxi tornata di regionali che ci sarà da qui a giugno 2019.
«O si chiude su tutto o su nulla», è il leitmotiv più gettonato. Senza un accordo completo, è il sottotesto, partite come quella dei vertici di viale Mazzini non avranno facile soluzione per il governo, che s’è già dovuto arrendere sulla mancata elezione di Foa; in più, FI metterebbe in campo una campagna di mobilitazione sui dossier – pensioni in testa – che rischiano di mettere in difficoltà la Lega.
E Berlusconi? Raccontano che l’ex premier, in questa fase, sia il più disilluso di tutti. E che alterni –— nella fase finale delle sue vacanze, divise tra la villa della figlia Marina in Francia e Villa Certosa – momenti in cui vorrebbe cercare un armistizio con Salvini a momenti scanditi dalla voglia di rivincita.
La migrazione di massa verso la Lega, al momento, non c’è stata. «Quando dicono che stanno per prendere un nostro sindaco o consigliere regionale, poi lo chiamiamo e quello ci dice che non è vero», dicono ai piani alti del partito.
Il deputato Andrea Ruggieri, membro della Vigilanza Rai, nella sua diretta Facebook di ieri mattina ha spiegato che «qualcuno che si va penosamente a offrire, prima o poi, ci sarà . Vedremo quanti sono e di quale qualità . E poi non è detto che qualcuno, andandosene, non ci faccia in realtà un grande favore».
La guerra, per ora, è di posizione. Basta un niente per innescare una battaglia o per trovare una quadra. Tra le mille variabili, c’è anche l’ipotesi che la Lega venga condannata nell’inchiesta per i fondi. In quel caso, se «noi come partito siamo finiti» (copyright Giorgetti), tutto cambia.
(da “Il Corriere della Sera“)
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