GHEDDAFI FA AFFARI CON BERLUSCONI: ENTRA IN UNA COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA DI CUI FININVEST POSSIEDE IL 22%
L’AMICIZIA CON LA LIBIA “E’UNA OCCASIONE PER LE AZIENDE ITALIANE”: FORSE ANCHE PER FININVEST? …MA E’ COMPATIBILE CON IL RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHE REGALA 5 MILIARDI DI EURO A GHEDDAFI, FARE POI AFFARI PRIVATI CON LUI?…PERCHE’ SILVIO E’ ANDATO A TRIPOLI A VISITARE LA REDAZIONE DI NESSMA, CANALE SATELLITARE DI CUI POSSIEDE IL 50%?
Le rivelazioni arrivano da Londra, e sono solo una conseguenza dei sospetti della stampa inglese in relazione alle polemiche nate in relazione della recente visita di Silvio Berlusconi a Tripoli, in occasione della posa della prima pietra dell’autostrada che l’Italia ha regalato a Gheddafi.
Si ritorna quindi all’insolito regalo di 5 miliardi di euro che il nostro Governo ha fatto al leader libico per i presunti danni di guerra ( quella di 100 anni fa) che peraltro Gheddafi ha già riscosso almeno altre 3 volte dai vari governi che si sono succeduti nel nostro Paese.
Una farsa, a detta di molti, una “cocca” per far sparire qualche immigrato all’origine e facendo fare il lavoro sporco alla Libia, a detta dei meglio informati.
Ma ecco che attraverso un intreccio neanche troppo velato di società , emerge una vicenda che getta ombre sull’amicizia italo-libica e che riguarda gli affari commerciali.
Non quelli che Berlusconi avrebbe annunciato come una “grande possibilità per le aziende italiane di operare in Libia in situazioni privilegiate”, ma quelli che lo riguarderebbero in prima persona.
E la stampa britannica delinea un rapporto commerciale tra interessi e società legate a Gheddafi e quelle riconducibili al premier italiano.
Con importanti e recenti acquisizioni e partneriati.
In particolare il “Guardian” di Londra rivela l’ingresso di una società libica in una compagnia di produzione cinematografica controllata da Fininvest che, a sua volta, ha recentemente acquistato quote in una Tv privata a Tripoli.
Nel giugno scorso una società libica — rivela il quotidiano britannico – la Lafitrade, ha acquistato il 10% delle azioni della Quinta Communication, fondata dall’uomo d’affari tunisino Tarak Ben Ammar.
La Lafitrade è controllata dalla Lafico, il fondo d’investimenti della famiglia Gheddafi.
Ma una delle società proprietarie della Quinta Communication, con una quota del 22%, è una compagnia, registrata in Lussemburgo, di proprietà della Fininvest di Berlusconi.
Esiste poi un altro legame del premier italiano con la Libia, perchè Quinta e Mediaset, di proprietà di Berlusconi, possiedono un quarto ciascuno, ovvero uniti il 50%, di un nuovo canale televisivo satellitare nel Magreb, chiamato Nessma Tv, tra i cui mercati c’è anche la Libia.
In pratica, facendo entrare Gheddafi nella Quinta Communications, Berlusconi ha dato al leader libico una porzione di proprietà della nuova stazione televisiva.
“L’ingresso della Libia nella compagnia di produzione cinematografica controllata da Berlusconi – conclude il “Guardian” – sarebbe stata una notizia da prima pagina in qualsiasi quotidiano europeo, ma in Italia è stato solo riportato brevemente da due quotidiani nelle pagine finanziarie”.
Qualcuno potrebbe pensare che il premier italiano non sia troppo coinvolto negli affari di famiglia? A smentirlo il fatto che un mese fa, in occasione di una visita ufficiale a Gheddafi, “ha anche visitato una stazione Tv locale, intrattenendosi coi giornalisti della redazione: quella Tv era la Nessma”.
E’ compatibile questo interesse affaristico sul mercato libico con il ruolo di Presidente del consiglio?
Soprattutto quando si fanno affari a così alto livello, e una regalia di 5 miliardi di euro che nessun altro paese al mondo avrebbe riconosciuto a personaggio inaffidabile come Gheddafi?
Uno che invita al quarantennale della Rivoluzione un ricercato per crimini contro l’umanità , come il presidente del Sudan?
La stampa inglese una risposta pare essersela già data: è troppo attaccabile per conflitto di interessi evidenti.
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