“GLI 007 RUSSI NON VOLEVANO LA GUERRA ALL’UCRAINA”: PUTIN AVREBBE INIZIATO QUESTA GUERRA CONTRO IL VOLERE DEI SERVIZI SEGRETI DI MOSCA
“PUTIN PENSAVA CHE ZELENSKY FUGGISSE E CHE GLI UCRAINI NON COMBATTESSERO, NON ERA PRONTO ALLA RESISTENZA SEMPRE PIÙ FORTE DELL’UCRAINA”… “SI VEDONO CARRI ARMATI DEGLI ANNI ‘70”
Edward Luttwak, politologo romeno naturalizzato statunitense, durante Quarta Repubblica su Rete 4 si è espresso riguardo il conflitto in Ucraina. Senza mezzi termini ha affermato: “Questa è una guerra iniziata contro il consiglio dell’intelligence russa”. Ciò significa che Vladimir Putin avrebbe agito e preso decisioni senza essere appoggiato dai servizi segreti del Paese.
Un modus operandi a dir poco rischioso ma che non ha fermato il leader del Cremlino. Secondo un rapporto trapelato dal servizio di sicurezza russo e arrivato nelle mani di un attivista per i diritti umani, Vladimir Osechkin, e successivamente pubblicato dal Times, questa guerra è stata definita un “fallimento totale”.
I soldati uccisi dovrebbero superare le 10mila unità, nonostante ne siano stati dichiarati solamente 498. E soprattutto, i vertici militari avrebbero “perso i contatti con le principali divisioni”.
Questo per aver agito “intuitivamente” e “in base all’emozione”. Luttwak in merito alla crisi e alle difficoltà che sta vivendo l’esercito russo per portare a termine i suoi obiettivi bellici ha detto: “Non riescono a uscirne, per uscirne avrebbero bisogno di 700mila soldati”.
E aggiunge: “I russi adesso hanno un problema di accesso e in più quando entrano nelle città le tecnologie sono annullate dal terreno”. Un altro fattore da non sottovalutare per Luttwak è che migliaia di persone sono rimaste senza corrente elettrica a causa dei bombardamenti. “Se perdi elettricità, tu perdi la città”, ha spiegato Luttwak.
Tra gli ospiti della puntata era presente anche il presidente del Comitato militare Ue, il generale Claudio Graziano, il quale ha detto di non essere minimamente ottimista in merito alle prossime mosse di Putin. “Penso che quella che è stata lanciata del nucleare è una propaganda di minaccia e di terrore, siamo di fronte a una potenziale escalation”, spiega il generale. Tutto questo perché, secondo lui, Putin ha come obiettivo il ricreare un’influenza russa nel mondo. Per questo ha concluso spiegando di essere preoccupato per quanto potrebbe accadere nei Balcani.
Vladimir Putin “pensava che Zelensky fuggisse e che gli ucraini non combattessero, non era pronto a questo scenario e alla resistenza sempre più forte dell’Ucraina.” Così Edward Luttwak, ospite della puntata di lunedì 7 marzo di Quarta Repubblica, il talk politico condotto da Nicola Porro in prima serata su Rete4.
Lo storico e politologo americano spiega le dinamiche in corso sul fronte russo-ucraino e illustra i possibili scenari alla luce delle recenti mosse di Putin. Secondo Luttwak, è impossibile si riproponga uno scenario di guerra simile a quello della Seconda guerra mondiale, questo perché l’esercito russo, così come molti altri, non è attrezzato a condurre una guerra di quel genere.
Piuttosto, le grandi potenze si sono concentrare sulle armi nucleari, che sono il reale rischio nel caso di un’escalation di violenze. “Le forze russe entrate in Ucraina, siccome non anticipavano una vera guerra, sono le forze dei distretti militari. Non sono le ultime unità, le migliori, con gli ultimissimi carri armati e così via. Quello che si vede in maggioranza è roba degli anni ‘80 o persino anni ‘70” sottolinea il politologo. E, in ogni caso, anche scegliessero di mettere in campo le “unità d’èlite”, non potrebbero fare molto poiché si tratta di un piccolo esercito.
“L’opzione di bombardare a tappeto sarebbe assurda in ogni caso, per il fatto che non hanno la capacità per farlo e, secondo, più bombardi una città più è difficile per un esercito entrarci e combattere. Le macerie aiutano i difensori, non gli offensori”.
E, infine, anche politicamente questa mossa sarebbe impossibile per il presidente russo. Secondo Luttwak, l’opinione russa, compresa la parte che appoggia Putin, non accetterebbe il bombardamento a tappeto di Kiev essendo questa “la città che contiene i monumenti dall’inizio della vita cristiana del popolo russo”.
La strategia russa è un’altra: “È un meccanismo di logoramento generale, che per il momento non va avanti per i russi perché gli ucraini continuano a ricevere sostegno, materiali, armi che possono usare e anche armi che possono andare ai miliziani senza addestramento militare”.
(da Il Giornale)
Leave a Reply