I BRACCINI CORTI DELLA LEGA: CASTELLI, ROSY MAURO, SPERONI E MARONI I DEPUTATI CHE VERSANO MENO AL PARTITO
OGNI PARLAMENTARE DELLA LEGA E’ TENUTO A VERSARE UNA QUOTA FISSA DI QUANTO PERCEPISCE, MA NON TUTTI SONO UGUALI… MATTEO BRIGANDI’ IL PIU’ GENEROSO (103.040 EURO), IN FONDO ALLA CLASSIFICA ROBERTO CASTELLI (12.270), SPERONI (21.912) , ROSY MAURO E MARONI ( 29.040)
E’ spesso in Tv il “leghista galantuomo”: è con questo termine che Silvio Berlusconi ha definito Roberto Castelli, 64 anni, lecchese, ex ministro della Giustizia e attuale viceministro ai Trasporti.
E’ uno dei pochi che ha criticato giorni fa la Lega spiegando che “fa poco gioco di squadra”: in molti hanno visto nelle sue dichiarazioni (come in quelle di Speroni) un attacco soft al coordinatore delle segreterie, Roberto Calderoli. A Castelli, la Lega non ha riservato certo una poltrona pesante: Bossi l’ha piuttosto utilizzato per seguire l’Expo, il caso della Malpensa, il Po navigabile, problemi in cui non si può dire che si sia molto distinto.
Prima che Formigoni si ripresentasse, era circolato il suo nome anche per la Presidenza della Regione Lombardia, così come candidato sindaco a Bergamo.
Alla fine l’hanno presentato nella sua Lecco per ricompattare una maggioranza logorata dai dissidi interni, ma è pure uscito sconfitto dalla corsa al municipio.
Vittima di boicottaggi interni al centrodestra, si dice.
Ora un record comunque l’ha conquistato: quello del parlamentare della Lega che ha versato il contributo più basso al partito nel 2009, come risulta a bilancio.
E’ noto che tutti i parlamentari della Lega (e anche degli altri partiti, peraltro) sono tenuti a versare una quota di quanto percepiscono, in ragione del loro mandato, nelle casse di via Bellerio.
Ma non tutti sono puntuali, molti si fanno tirare per la giacchetta, qualcuno aspetta il sollecito, come nella migliori famiglie partitocratiche.
E alla fine, quando viene pubblicata la classifica, qualche sorpresa c’è sempre.
Il blocco dei leghisti col “braccino corto” che hanno versato anche meno della metà di altri, comprende infatti Roberto Castelli con appena 12.270 euro, Angela Maraventano (la ex pasionaria di Lampedusa) con 20.660 euro, l’europarlamentare Francesco Speroni con 21.912 euro, e poi la triade Marco Reguzzoni (nuovo capogruppo alla Camera) , Rosy Mauro (vicepresidente del Senato) e Roberto Maroni , tutti e tre con 29.040 euro.
Se pensate che personaggi meno noti hanno versato 64.200 euro (Nunziante Consiglio), 71.300 euro (Giovanna Negro), 79.040 euro (Piergiorgio Stiffoni) e 82.640 euro (Michelino Davico), qualche perplessità nasce.
L’unico che gode di un trattamento di favore è comunque Roberto Castelli che può esibire un documento di Bossi che gli permette di pagare poco.
Il motivo? Deve pagarsi gli avvocati per una grana giudiziaria.
Vittima del sistema o della Roma ladrona?
Diremmo di no: è indagato per abuso d’ufficio patrimoniale per alcune consulenze facili al ministero della Giustizia durante il secondo governo Berlusconi, da cui s’è salvato grazie al voto del Senato, che nel dicembre 2007 gli ha regalato l’immunità totale per i suoi presunti reati ministeriali, negando l’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Roma.
Per gli stessi fatti però la Corte dei Conti l’ha condannato a rimborsare un danno erariale di 98.876,96 euro e gliene ha contestato un altro di circa 400 mila euro.
Beh per un “galantuomo” non è male.
Il primo posto nella lista dei generosi verso il partito è invece di Matteo Brigandì che ha versato nelle casse leghiste 103.040 euro.
Sembra destino che il primo e l’ultimo siano accomunati da guai giudiziari.
Il Brigandì è stato infatti arrestato e condannato in primo grado il 24 novembre 2006 a 2 anni di reclusione dal Tribunale di Torino per truffa aggravata ai danni della Regione Piemonte (a cui dovrà risarcire 255 mila euro): avrebbe, in veste di assessore regionale al Legale, architettato un raggiro ai danni della Regione per regalare 6 miliardi di lire pubblici all’amico imprenditore Agostino Tocci, titolare di una concessionaria di auto di lusso, a titolo di “rimborso” per inesistenti danni subiti dalle alluvioni del 1994 e del 2000.
Una classifica qualificata di sostenitori, insomma, con uomini pronti a pugnare contro Roma ladrona.
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