I FONDI PDL FINITI SUI CONTI DEI PARENTI, BATMAN-FIORITO ACCUSERA’ TUTTI: “C’E’ CHI ANDAVA A PUTTANE”
IL SUO AVVOCATO: “FIORITO NON VUOLE ESSERE IL CAPRO ESPIATORIO, IN QUEL PORCILE SGUAZZAVANO TUTTI”
Arriva il giorno del redde rationem. Dell’apertura del pozzo nero in cui galleggia minaccioso Franco Fiorito.
L’ex capogruppo e tesoriere del Pdl alla regione Lazio, l’uomo che ha svuotato i conti del partito, è pronto a sostenere oggi l’interrogatorio con il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Alberto Pioletti che procedono nei suoi confronti per peculato.
Dunque, a seppellire sotto una colata di fango quel poco che resta della credibilità politica della giunta Polverini e l’indignazione di chi gli è stato compagno di merende e oggi lo schizza come un appestato.
Del resto, se hanno un senso le parole che, a sera, il suo avvocato Carlo Taormina scandisce al telefono, che il passaggio si annunci cruento non è una possibilità , ma una certezza. “Vedo – dice – che la Polverini, l’ex ministro Meloni e molti altri parlano di tumore, di rubagalline, di calci sui denti. E vedo che qualcun altro, come l’assessore al bilancio Cetica, tace. Pensano di riuscire a far credere che il porcile in cui sono stati, in cui i soldi del partito venivano spesi da qualcuno per andare a puttane, sia una faccenda che riguarda solo Fiorito. Hanno fatto male i loro conti. Siamo pronti a consegnare ai pm i documenti che provano cosa è stato questo Sistema”.
Nello scartafaccio della vergogna confezionato da Fiorito, il morto è dunque pronto ad afferrarsi ai vivi.
O a chi ancora appare tale. Con un solo caveat. Che all’interrogatorio fissato per oggi dia semaforo verde il procuratore Giuseppe Pignatone, che solo questa mattina scioglierà con Caperna e Pioletti la sua riserva sull’opportunità o meno di ascoltare in questo momento l’uomo che può imprimere a questa storia un nuovo giro.
Un passaggio comunque cruciale.
Perchè se la Procura dovesse rinunciare all’interrogatorio, la circostanza avrebbe un solo significato: che il tempo da libero di Batman sta per finire.
Del resto, l’uomo non sembra avere ormai molto da perdere.
L’indagine della Finanza viaggia spedita. E il network di conti correnti utilizzato per svuotare le casse del gruppo Pdl va assumendo contorni sempre più nitidi.
La donna cui era cointestato il conto Unicredit della filiale 30302 Anagni-Casilina è la madre di Fiorito, Anna Tintori, classe 1947.
Un secondo conto Unicredit, acceso dall’ex tesoriere presso la filiale della stessa banca nel quartiere di Roma Eur, ha un saldo di 111 mila euro e di lì sembrerebbero essere usciti i soldi per l’acquisto della villa “sanata” al Circeo di cui Repubblica ha
dato conto ieri.
Altri due conti, dei cinque individuati in Spagna, erano cointestati al fratello di Fiorito, Andrea, e al padre, Giuseppe, scomparso recentemente, dopo aver vissuto a Tenerife.
E come per la madre, anche questi due conti hanno visto per due anni bonifici in entrata. Ma per cifre maggiori dei 4.190 e 8.380 che normalmente alimentavano la giostra.
Si tratterebbe infatti di operazioni sui 70 mila euro.
Fiorito disponeva e la famiglia o i famigli (come hanno confermato ai pm il cugino Pierluigi Boschi, suo primo segretario particolare, Bruno Galassi, che ne ha preso il posto, e il commercialista di fiducia Francesco Angelucci) obbedivano.
Restano invece domande su una parte del patrimonio immobiliare del nostro.
A Roma Fiorito si muove su due abitazioni certe (c’è chi parla di tre), una in via Catania, l’altra ai Parioli.
Ma di nessuna delle due risulta proprietario nè lui, nè il fratello, nè la madre.
E resta dunque da capire se le abiti da affittuario o altrimenti.
Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi
(da “La Repubblica”)
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