I RENZIANI DIVENTANO UMORISTICI: “LETTA VUOLE RIFARE LA DC”. LORO L’HANNO GIA RIFATTA E NON AMANO LA CONCORRENZA
SPIAZZATI DALLA RESISTENZA DI LETTA CHE VUOLE UN VOTO PALESE NELLA DIREZIONE PD, GLI AMICI DEL CONDANNATO PER DANNO ERARIALE VEDONO ALLONTANARSI LA POLTRONA
Sguardo pensieroso, Matteo Renzi scivola nella smart blu per tornare al Nazareno dopo l’incontro di oltre un’ora a Palazzo Chigi con Enrico Letta.
Non è andata bene. Non è andata come i renziani e tutto il Pd si aspettavano ormai da giorni.
Il premier non molla, anzi rilancia. Renzi incassa. Riunisce i suoi alla sede del Pd. Telefoni muti, bisogna decidere la linea.
Per ora trapela solo una valutazione positiva: “Abbastanza bene”.
Ma alla Camera la fumata nera del faccia a faccia a Palazzo Chigi è arrivata tutta. E i primi renziani arrivati per la seduta pomeridiana sputano veleni di ogni tipo sul presidente del Consiglio. “Ora il suo disegno è chiarissimo: vuole rifare la Dc con Alfano”, ti dicono.
Perchè secondo i fedelissimi del sindaco, il fatto che Letta osi fino al limite massimo, il fatto che chieda al suo partito di sfiduciarlo in direzione nazionale domani e poi, nel caso, anche in aula con un vero e proprio voto di sfiducia sul governo, significa una cosa sola. “Vuole marcare definitivamente la distanza tra se stesso e il Pd per rimettere insieme una ‘cosa’ di centro, pronta anche al voto con questa legge elettorale proporzionale…”.
Veleni e sfoghi perchè ieri, quando dai giri renziani e alfaniani arrivavano persino le voci su una presunta squadra di governo guidata da Renzi, ieri nessuno scommetteva sulla resistenza di Letta.
Quello che è successo oggi a Palazzo Chigi è uno shock: per tutto il Pd.
“Matteo voleva bloccare il nuovo disegno democristiano — spiegano ancora in Transatlantico i suoi — Ecco perchè ha forzato la mano per portare definitivamente il Pd nel Pse…”.
“Ormai è iniziata la guerra termonucleare tra Enrico e Matteo, ne resterà solo uno”, sorride nervoso un altro del Pd. Ma intanto nel partito ci si interroga.
Perchè un’eventuale sfiducia della direzione nazionale al proprio premier non è una passeggiata per i Dem, bensì un passo di quelli pesanti, destinato a contare nella storia e sui calcoli elettorali.
Letta lo sa, tanto che ci scommette su, per l’appunto. E ammesso che la sfiducia passi in direzione, passerà anche in aula?
Non a caso il Pd voleva portare Renzi a Palazzo Chigi senza passare nemmeno dal voto del Parlamento.
E’ qui che si oscura la luna di miele tra il segretario e gli anti-renziani, qui iniziano le contorsioni Democratiche.
Naturalmente i fedelissimi del sindaco non hanno dubbi: “Letta va fino in fondo? Va bene, vuol dire che cadrà in aula anche a costo di tornare al voto con questa legge elettorale. Facesse la Dc lui…”.
Ma gli altri? Per ora zitti.
Domani la direzione porterà consiglio, in un modo o nell’altro.
(da “Huffingtonpost“)
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