LETTA SFIDA RENZI: “CHIEDERO’ LA FIDUCIA, SE CADO, CADO IN AULA”
IL PREMIER REAGISCE ALLA IMBOSCATA IN ATTO DA TEMPO E RILANCIA: “NON ACCETTO PROPOSTE DI ALTRI INCARICHI PER FARMI DA PARTE, SFIDUCIATEMI A VISO APERTO”
“Io non mi dimetto, ho intenzione di presentarmi in Parlamento e chiedere la fiducia sul rilancio del governo”.
È nel corso del teso faccia a faccia a palazzo Chigi che Enrico Letta sfida Matteo Renzi. Annunciando che ha intenzione di non limitarsi a illustrare il suo programma al Pd, ma che chiederà al Parlamento un voto di fiducia. Nuovo programma e nuovo governo.
Incontro duro, di un’ora e mezza. Letta e Renzi sono soli nello studio del premier. Fuori i secondi. Non solo le distanze restano inalterate. Ma il solco diventa più profondo.
Frana ogni possibile mediazione, almeno per ora.
Perchè il premier lo dice chiaramente: “Non faccio trattative su incarichi per farmi da parte. Questo approccio non è il mio”. Detto senza perifrasi.
Letta spiega che non accetterà “mai” di entrare in un governo Renzi, nè alla Farnesina nè altrove. E non accetta che, almeno per ora, la discussione si sposti una fumosa ricompensa “europea”, come commissario Ue, ad esempio, ipotesi che al momento si configura come un salto nel buio.
“Non mi dimetto” scandisce a Renzi, il cui giudizio sul governo è impietoso: numericamente debole e politicamente agonizzante.
È proprio su questo che Letta, come in una partita di poker rilancia e chiede di andare a vedere.
Nel suo ragionamento se dei limiti ci sono stati si devono all’opera di rallentamento del segretario che da dicembre in poi avrebbe impedito di definire un contratto di coalizione.
Ora, il tempo del gioco coperto è finito. La sfida non si esaurirà nella direzione del Pd domani, ma nelle intenzioni del premier sarà il Parlamento il luogo in cui verificare se ci sono le condizioni per andare avanti: “La maggioranza c’è e vedremo in Parlamento con un voto di fiducia” è il senso del suo ragionamento. Scelta “alla Prodi” dicono gli uomini vicini al premier. Per la serie: votatemi contro, altrimenti non mollo.
Ed è proprio per bloccare la “staffetta” e arrivare in Aula scavalcando quella direzione del Pd che assomiglia a una imboscata che Letta alle sei di pomeriggio, in conferenza stampa, illustrerà il programma per rilanciare l’azione del governo.
Portando in tal modo, per usare un’espressione consegnata si fedelissimi in questi giorni, il confronto “alla luce del sole”.
Convinto che sia quantomeno difficile per il Pd chiedere al “suo” premier un passo indietro. E convinto, allo stesso tempo, che la sfida sia ormai senza paracadute.
E in prospettiva conviene la bella morte, vendendo cara la pelle, piuttosto che farsi da parte.
Anche perchè, sottolineano nell’inner circle del premier, Renzi non ha una maggioranza più ampia di quella di Letta.
E, in Parlamento, sarebbe eclatante un voto di sfiducia su un nuovo programma.
(da “Huffingtonpost“)
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