MEZZOGIORNO DI FUOCO SENZA IL MORTO, RENZI E LETTA SPARANO ENTRAMBI A SALVE
MURO CONTRO MURO TRA I DUE LEADER, NEL POMERIGGIO LETTA TERRA’ UNA CONFERENZA STAMPA SUL RILANCIO DEL GOVERNO
L’incontro a Palazzo Chigi fra il premier Enrico Letta e il segretario Pd Matteo Renzi durato più di un’ora si è concluso con un nulla di fatto.
E’ muro contro muro tra i due leader, che sembra non siano riusciti a trovare un accordo sul futuro del governo: fonti ufficiali confermano che ciascuno dei due è rimasto sulle sue posizioni.
Subito dopo il colloquio, il sindaco ha raggiunto la sede del partito a largo del Nazareno dove si è riunito con i suoi fedelissimi (Graziano Delrio, Maria Elena Boschi, Lorenzo Guerini e Luca Lotti).
L’esito del faccia a faccia sarà riferito questo pomeriggio dal presidente del Consiglio nel corso di una conferenza stampa.
Quello con Renzi è il primo di una serie di confronti che Letta dovrebbe avere in giornata con i leader di tutte le forze della maggioranza (Pd, Ncd, Sc, Pi, Udc, Cd, Psi).
Domani si terrà la decisiva direzione Pd, anticipata rispetto alla convocazione del 20 febbraio, ma la svolta potrebbe essere anticipata.
“La parola tocca al Pd”, ha detto ieri sera, del resto, lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo gli incontri a Roma di lunedì sera e ieri mattina, rispettivamente, con Renzi e Letta.
Al segretario dem il Capo dello Stato ha suggerito: “Agisci da leader, prendi le tue decisioni”. Di certo con il sindaco di Firenze a capo del governo la legislatura potrebbe durare fino alla naturale scadenza, il 2018, senza andare a nuove elezioni.
Ma il premier è determinato a giocarsi fino in fondo la partita.
Sul piano politico ha ribadito anche ieri che “chi vuole la crisi” lo deve dichiarare e assumersene la responsabilità .
Come dire: se Renzi vuole il mio posto lo deve chiedere e spiegare.
Sul piano dell’esecutivo, come preannunciato ieri a Milano, è intenzionato a presentare oggi pubblicamente una proposta di “rilancio forte del governo”, il famoso “patto di coalizione”, che “convincerà tutti i partiti”.
Letta difende insomma il mandato ricevuto nell’aprile scorso al Quirinale e la ‘missione’ di guidare l’esecutivo almeno fino alla fine della presidenza italiana Ue del semestre luglio-dicembre 2014.
Una difesa che passa necessariamente dall’annunciato patto di programma e dalle riforme economiche e istituzionali più urgenti chieste dal paese, ma che a questo punto potrebbero non bastare più per la sopravvivenza del governo Letta, anche con le “batterie ricaricate” da un eventuale rimpasto.
La notizia della conferenza stampa arriva quasi contemporaneamente alle parole del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. “Spero che le forze politiche si rendano conto che il lavoro intrapreso va portato avanti con energia ed efficacia, poi che le portiamo avanti noi o qualcun altro poco importa”.
“I provvedimenti messi nella legge di stabilità – spiega – sono tutti irrinunciabili: dalla spending review alle privatizzazioni al rientro dei capitali”. E un’osservazione: in questi “9 mesi di fibrillazioni siamo sempre andati avanti a lavorare”.
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