I TERREMOTATI SONO UN PROBLEMA DI “DECORO URBANO� VIA DAL CENTRO COME I BARBONI, MEGLIO NASCONDERLI IN CASERMA
“SOGNAVAMO: UN GIORNO USCIREMO DALLE TENDE PER TORNARE A CASA. QUEL GIORNO E’ ARRIVATO, MA SI VA’ DA UN’ALTRA PARTE ( ALBERGO O CASERMA) AD ASPETTARE IL RITORNO A CASA”… PER CHIUDERE LE TENDOPOLI NON SI BADA A SPESE: ALBERGHI, CASE SFITTE E CASERMA DI COPPITO…SI SAPEVA CHE LE CASETTE NON SAREBBERO BASTATE MA IL GOVERNO NON PUO’ PERMETTERSI UNO SPOT NEGATIVO…. AMAREZZA DEI TERREMOTATI
La tendopoli di Piazza D’Armi, la più grande dell’Aquila (1.800 sfollati subito dopo il sisma, 1.050 adesso) è arrivata alla fine. La grande città di tela blu entro fine mese non esisterà più.
Dice una sfollata: “Per tanti giorni e tante notti abbiamo pensato a questo momento, lo abbiano anche sognato. Ci dicevamo: sarà dura, ma un giorno usciremo dalle tende e potremo rientrare in una casa. Quel giorno è arrivato, ma c’è un problema: non si rientra a casa, si va da un’altra parte (hotel, residence, caserma) anche distante dall’Aquila, ad aspettare ancora il ritorno a casa e chissà per quanto tempo”.
E’ per queste ragioni che in Piazza D’Armi, pieno centro della città , nessuno fa festa, qualcuno semplicemente piange di fronte a un futuro sempre più incerto e agli ordini perentori della Protezione civile che, tenda per tenda, informa della novità .
La tendopoli va smantellata per ordini superiori, tutti avranno una sistemazione altrove.
Berlusconi non può permettersi, dopo aver promesso una casetta per tutti, con biancheria profumata, frigo pieno di leccornie e spumante italiano, prima entro i primi di settembre, poi entro fine settembre, poi entro novembre e ora entro Natale, che una troupe televisiva non allineata riprenda terremotati al gelo accampati, nel freddo autunno aquilano, nelle tende.
E mentre, a causa delle scosse, anche chi è stato costretto a rientrare nella propria casa dichiarata agibile, continua nei fatti a dormire nel camper in cortile, per paura di un crollo, si scopre che molte case che avrebbero necessitato, secondo una prima analisi, di minimi interventi, in realtà hanno bisogno di lavori lunghi e impegnativi.
E slitta quindi per molti la possibilità di rientrare nella propria abitazione.
Una nota dei Comitati degli sfollati sottolinea: “Dopo mesi di tenda, ora vogliono “deportare” la maggioranza degli aquilani fuori provincia. Dopo mesi di promesse, la ricostruzione delle nostre case è ancora ferma al 6 aprile: lo si sapeva da tempo, ma non è stato fatto nulla per evitarlo”.
E inizia l’esodo obbligato verso centri come Avezzano, Luco dei Marsi, Tagliacozzo, Assergi. Lontano dalla vista, lontano dal cuore ( della polemica).
La tendopoli di Piazza D’Armi dava troppo nell’occhio, meglio eliminarla con troupe televisive al seguito, per testimoniare l’efficienza dello Stato e il mantenimento delle promesse.
Tra poco in Italia tutti penseranno, seguendo i resoconti delle Tv conformiste, che non esistono più terremotati e che tutti sono intenti a svuotare il “frigo pieno” delle casette prefabbricate con Tv satellitare.
Non potrà mai essere così, sia perchè le 4.500 case saranno pronte a circa mille unità al mese, e quindi non prima di gennaio 2010, sia in quanto alla fine potranno ospitare meno della metà dei terremotati rimasti senza casa.
La ricostruzione abruzzese procederà semplicemente come in tutte le altre zone colpite da un sisma negli ultimi tempi ( vedi Umbria).
Nessun mago e nessun miracolo, la solita efficienza della nostra protezione civile, nulla di più.
Poi se qualcuno ama spacciare per torta fatta in casa quella confezionata al supermercato, libero il cliente pirla di crederci.
Già risuonano le lamentele di aquilani che ora saranno sbattuti in alberghi sulla costa, mentre nella caserma di Coppito alloggeranno i nuclei familiari più numerosi.
Secondo i comitati “ verranno deportati” molti cittadini aquilani ( professionisti, studenti, lavoratori) , persone che vorrebbero decidere il proprio futuro e non sapere dalla Tv che cosa la Protezione civile ha deciso per loro.
Si respira grande amarezza tra gi sfollati in questo momento: li attende una camera d’albergo, un residence e ancora tante scosse da sopportare.
Domanda semplice che si pone l’italiano medio e sano di mente: ma invece che fare tante promesse non mantenibili, perchè non avete mandato subito gli sfollati in albergo e in caserma a Coppito, invece che tenerli 5 mesi sotto una tenda al sole o al freddo, visto che questa è l’unica soluzione? Forse la caserma di Coppito serviva prima da set cinematografico per la sfilata del G8?
Che senso ha avuto questa operazione, quando si erano già spesi centinaia di milioni di euro per allestire il set alla Maddalena?
E’ valsa la pena bloccare per due mesi tutti i lavori di ricostruzione in Abruzzo per indirizzarli ad asfaltare, costruire, addobbare, scenografare il set di Coppito?
Il finale del film ora ha preso spunto dalle idee di certi sindaci sceriffi: meglio togliere i barboni dalle panchine in centro e occultarli in periferia, così sembra che non esistano e nessuno si lamenta alla vista sgradevole.
E i terremotati finiscono deportati in caserma, in hotel periferici e in altre province.
Occhio non vede, bluff mediatico non muore.
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