I VERGOGNOSI INSULTI A LILIANA SEGRE DURANTE IL CORTEO CONTRO IL GREEN PASS A BOLOGNA
INSULTI ANCHE A DRAGHI E LANDINI DA PARTE DELLA FECCIA
Alle manifestazioni ufficialmente denominate “no green pass” partecipa davvero chiunque. C’è chi nega il Covid, chi è contro il vaccino, chi davvero mette nel mirino il certificato verde.
E poi c’è una frangia di estremisti e neonazistiisti che scende in piazza per rigurgitare il solito odio contro il nemico immaginario del “politicamente corretto”.
Tra questi sentimenti trova spazio anche l’antisemitismo, tirato in ballo durante un comizio a Bologna nel giorno dell’obbligatorietà dei green pass sul luogo di lavoro ed espresso sotto forma di insulti a Liliana Segre. “Una donna vergognosa che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia e dovrebbe sparire da dov’è”, dice un Gian Marco Capitani del movimento “No Green Pass, Primum non nocere”, mentre arringa la folla.
Cosa c’entri la senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio, con il certificato verde sarebbe tutto da spiegare. Il corteo, composto da circa 7mila persone, si è poi snodato lungo i viali, bloccando il traffico, facendo tappa davanti al pub Halloween, chiuso perché non rispettava le norme anti-covid.
I manifestanti infine si sono diretti sotto la Regione e poi sotto la sede Rai, dove sono stati insultati i giornalisti al grido “Venduti, venduti!”. Nel corso della manifestazione sono stati presi di mira anche il presidente del Consiglio Mario Draghi (“In galera!”) e contro il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
(da agenzie)
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