IERI SONO ARRIVATE LE NUOVE OFFERTE PER LA COMPAGNIA ITA NATA DALLE CENERI DI ALITALIA
ORA IL GOVERNO PUÒ DECIDERE CON CHI APRIRE LA TRATTATIVA IN ESCLUSIVA… LA MELONI HA GIÀ DETTO DI VOLER BLOCCARE TUTTO, COSI’ CONTINUA LA SPUTTANAMENTO DEI SOLDI DEGLI ITALIANI
Le nuove offerte per acquisire Ita Airways sono arrivate al Tesoro: da una parte Msc con la tedesca Lufthansa, e dall’altra gli americani di Delta con Air France e il fondo Certares, hanno rispettato la dedline che imponeva di consegnare entro la mezzanotte di ieri i piani di privatizzazione con gli ultimi ritocchi.
Ora che le due offerte sono sul tavolo del governo, Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia decideranno con chi aprire la trattativa in esclusiva, ma non è ancora chiaro se sarà questo o il prossimo governo a portare a termine il processo, visto che tra poco più di un mese è fissata la data delle elezioni.
Per le due cordate si tratta della terza offerta per l’acquisto della ex Alitalia, per Msc-Lufthansa addirittura la quarta, perché la prima manifestazione di interesse l’aveva inviata il 24 gennaio.
Per districarsi in questa lunga negoziazione è meglio riavvolgere il nastro degli ultimi mesi. Dopo il dpcm del 5 marzo, che annuncia la gara pubblica a cui accede anche l’alleanza Delta-Air France e Certares, viene aperta la “data room” a fine aprile, e a maggio le due cordate presentano la prima offerta vincolante.
Il Mef, però, chiede una rilavorazione dei piani perché li ritiene non conformi alle indicazioni del decreto, e con la riapertura della data room la seconda offerta viene depositata il 5 luglio. Ancora una volta il ministero dell’Economia non è soddisfatto, auspicando un miglioramento delle proposte, e così siamo arrivati alla terza offerta, quella di ieri.
I punti più rilevanti su cui il Tesoro ha chiesto alle cordate di fare uno sforzo in più sono due: rivedere al rialzo l’offerta di acquisto di Ita, e assicurarsi di poter avere voce in capitolo nelle scelte occupazionali e strategiche della futura compagnia.
Si parte da qui: Msc-Lufhtansa erano pronti a stanziare 850 milioni di euro, lasciando il 20% al Mef. Il 60% delle quote sarebbe in mano al patron di Msc, Gianluigi Aponte, mentre i tedeschi terrebbero il 20%. Delta-Air France e Certares, invece, prevedevano di mettere sul piatto 600 milioni con un impegno ora allargato anche alla compagnia francese, ma riservando allo Stato un pacchetto azionario vicino al 40%, che potrebbe salire.
Fino a poco tempo fa sembrava che la proposta messa sul piatto da Msc-Lufthansa fosse in vantaggio, ma con la crisi politica e la nuova legislatura che incombe, lo scenario potrebbe cambiare.
Così come influiranno i dettagli delle nuove offerte che i tecnici del Mef valuteranno all’apertura delle buste. La governance è un altro aspetto fondamentale della partita, con l’alleanza franco-americana che, secondo indiscrezioni, avrebbe accettato che sia il governo a nominare il presidente del consiglio di amministrazione e due consiglieri su cinque.
Mentre Msc può puntare sulle sinergie con le crociere ed è forte sul cargo, il fondo Certares conta sull’alleanza SkyTeam, in cui l’aeroporto di Roma Fiumicino diventerebbe il terzo hub dell’Europa continentale, assieme ad Amsterdam e Parigi. Centrale in questo ragionamento – oltre al Nord America – anche l’America Latina e l’Africa, con Roma che sarebbe una porta per il continente africano per le tratte da e per l’Europa. L’obiettivo iniziale del ministro Daniele Franco era chiudere la dismissione entro giugno, la complessità dell’operazione e forse anche le offerte non adeguate hanno ritardato tutto il processo. Adesso il tempo è scaduto, e la compagnia di bandiera rischia di diventare un tema da campagna elettorale.
(da La Stampa)
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