IL BRASILE SI APPRESTA A LIBERARE BATTISTI: UN ALTRO GRANDE SUCCESSO DEL GOVERNO ITALIANO
MERCOLEDI’ LA DECISIONE SULL’EX TERRORISTA ACCUSATO DI QUATTRO OMICIDI… I PARENTI DELLE VITTIME: FAREMO CAUSA ANCHE ALLO STATO ITALIANO
Prima della fine di questa settimana l’ex terrorista italiano Cesare Battisti potrebbe essere un uomo libero.
Mercoledì pomeriggio (le 19.00 in Italia) gli undici giudici del Supremo Tribunal Federal del Brasile esamineranno, quasi certamente per l’ultima volta, la causa 1805 sulla richiesta di estradizione dell’ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo) condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana per gli omicidi del maresciallo Antonio Santoro (6 giugno 1978), del macellaio Lino Sabbadin (16 febbraio 1979) e dell’agente Digos Andrea Campagna (19 aprile 1979), insieme all’ideazione e organizzazione di quello del gioielliere Pierluigi Torreggiani.
L’Alta Corte brasiliana, che il 18 novembre 2009 si era pronunciata a maggioranza a favore dell’estradizione in Italia di Battisti, dovrà decidere se accetta o meno l’ultima parola dell’ex presidente Lula.
Nell’ultimo giorno del suo secondo mandato presidenziale, il 31 dicembre, Lula scelse di confermare il parere del suo ex ministro della Giustizia, Tarso Genro, che aveva negato l’estradizione dell’ex terrorista.
Lula giustificò la sua decisione sulla base di un articolo del Trattato di estradizione vigente tra Italia e Brasile nel quale si afferma che questa può essere rifiutata se si crede che possa generare forme di persecuzione o comunque costituire «un aggravamento della situazione dell’estradato per ragioni politiche, religiose o personali».
Nella seduta del novembre di due anni fa il Tribunale Supremo annullò l’asilo politico concesso a Battisti, votò a favore dell’estradizione ma accordò che, trattandosi di un caso di relazioni internazionali, la decisione definitiva non spettava al potere giudiziario ma all’esecutivo, ovvero al presidente Lula.
Ora, è abbastanza difficile, anche se non impossibile, che il Supremo riveda quella scelta di lasciare al presidente l’ultima parola, le dichiarazioni di questi giorni – tutte confidenziali – dei magistrati convergono sull’ormai prossima liberazione dell’ex terrorista italiano.
Battisti potrebbe lasciare il carcere di Papuda, alla periferia di Brasilia, già venerdì. Anche se non potendo più godere dello status di rifugiato politico egli è un immigrato illegale e dovrà attendere, probabilmente ai domiciliari, la regolarizzazione amministrativa della sua situazione.
Il relatore della causa, Gilmar Mendes, e il presidente di turno del Tribunale, Cezar Peluso, si oppongono a chiudere il caso con la liberazione di Battisti ma un segnale molto chiaro su quale sarà la sentenza si è avuto meno di dieci giorni fa quando l’udienza, in un primo momento prevista per il primo giugno, è stata fatta scivolare a dopodomani: rischiavano di rilasciare Battisti alla vigilia dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Molto pessimisti sull’ultimo atto della giustizia brasiliana, alcuni dei parenti delle vittime stanno consultando avvocati per presentare una causa contro lo Stato italiano e contro quello brasiliano.
Anche perchè, finisse così, sarebbe la dimostrazione dell’incapacità del governo italiano a ottenere giustizia per i familiari delle vittime del terrorismo che, non a caso, citerebbero anche lo Stato italiano per non aver saputo rappresentare adeguatamente le loro ragioni nelle sedi competenti.
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