IL CAMERIERE MUSULMANO CHE HA SALVATO LA VITA A DUE DONNE A PARIGI
E’ RIUSCITO A TRASCINARE LE DUE FERITE NELLA CANTINA DEL RISTORANTE DOVE LAVORA
Il giorno dopo gli attacchi a Parigi, mentre si contano le vittime, c’è chi cerca di sfruttare la paura alimentando l’odio nei confronti dei musulmani.
Ancora una volta il limite tra religione e fondamentalismo viene spazzato via e, nella rappresentazione di parte della politica francese (ma non solo) i nemici diventano tutti i musulmani.
Come se quel «Allah Akbar» urlato dai terroristi alla sala concerti Bataclan, bastasse a rappresentare una comunità intera.
A ricordarci che otto attentatori non sono tutti i musulmani, c’è Safer.
Lui, musulmano a sua volta, è uno dei camerieri del ristorante assaltato da uno dei gruppi armati.
Vicino al bar Carillon, decimo arrondissement, nei pressi di Avenue de la Republique, sono morte circa 15 persone.
Tra le vittime potevano essercene due in più, due donne, quelle che Safer è riuscito a salvare.
Quando i terroristi hanno cominciato a sparare, le due donne sono rimaste ferite. Safer è riuscito a trascinarle nella cantina del locale, mentre al piano superiore gli attentatori continuavano a esplodere colpi.
Proprio come Lassana Bathily, il commesso musulmano originario del Mali, che nei giorni dell’attentato a Charlie Hebdo salvò alcuni dei clienti del negozio Hyper Cacher chiudendoli in un magazzino.
Il giorno dopo il terrore, Safer è di nuovo nei pressi della Republique.
La zona è transennata, le vie del centro semi deserte. Lui, come tutti gli altri parigini, non riesce a spiegarsi quello che è successo.
Rimane a testimoniare che c’è un altro Islam.
Francesco Zaffarano
(da “La Stampa”)
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