IL CANDIDATO DELLA MELONI E LE MINACCE DEI BRAVI PARROCCHIANI CHE NON VOGLIONO I “NEGRI”
LA CURIA DESTINA UNA SUA STRUTTURA PRIVATA ALL’ACCOGLIENZA E ARRIVANO LE MINACCE RAZZISTE… IL CANDIDATO SINDACO DEI FRATELLINI D’ITALIA NON TROVA DI MEGLIO CHE INVOCARE L’ORDINE DEI MEDICI CONTRO UN PROFESSIONISTA CHE AVEVA STIGMATIZZATO LA FOGNA IN CUI OPERA… L’ORDINE DEI MEDICI DA’ RAGIONE ALL’ASSOCIATO (MENTRE MINNITI DORME)… LA NUOVA LEGGE SULLA LEGITTIMA DIFESA IN QUESTO CASO PUO’ SERVIRE
Roata Canale è una frazione di Cuneo dove qualche settimana fa il parroco ha dato l’annuncio ai fedeli dell’arrivo di alcuni richiedenti asilo.
Il parroco ha detto che la Casa delle Opere parrocchiali, un edificio inutilizzato, sarà dato in gestione ad una onlus, la Ubuntu.
I migranti non arriveranno subito ma forse tra qualche mese, ragion per cui la Onlus e la parrocchia hanno deciso di informare gli abitanti della frazione per “renderla partecipe di quello che potrebbe accadere”.
Fomentati dai “soliti noti” che già ipotizzavano rapine, furti e stupri alle vecchiette i residenti si sono subito schierati contro questa iniziativa, come se li riguardasse, visto si tratta di una proprietà privata, dove si può anche sparare a chi si aggira di notte, secondo il credo padagno.
La struttura è infatti di proprietà della Curia che quindi ne può disporre come crede. Non solo proteste: qualcuno è andato oltre e ha distribuito in forma anonima un volantino dove è scritto “Questo non è un consiglio, è una minaccia, noi i negri non li vogliamo“.
Ovviamente di fronte a una reazione violenta, razzista e di totale chiusura come già ne abbiamo viste in altre parti d’Italia, Minniti non risulta pervenuto.
La differenza con i fatti di Quinto di Treviso o con quelli di Goro è che qui la cittadinanza è stata coinvolta con largo anticipo prima dell’arrivo dei profughi.
Inoltre non è “lo Stato” a mandare i profughi ma la Curia ad accoglierli.
Chi reagisce in questo modo molto probabilmente è uno di quelli che invita i preti “ad ospitarli a casa loro”. Infatti lo hanno fatto.
Corrado Lauro è un medico del reparto di Chirurgia generale dell’Aso Santa Croce e Carle di Cuneo e ha deciso di dare una lezione ai razzisti che non vogliono i profughi. Lauro ha scritto su Facebook di aver intenzione di non voler prestare loro “alcun intervento sanitario in elezione se non in caso di immediato rischio vita o qualora si configurassero le condizioni di una denuncia per il reato di omissione di soccorso”. Insomma, se gli abitanti della frazione cuneese non vogliono accogliere i profughi allora lui non accetterà pazienti provenienti da Roata Canale.
Il comitato elettorale del candidato sindaco di Cuneo Giuseppe Menardi, sostenuto da Fratelli d’Italia e Lega Nord, ha scritto una lettera dove si augura che «l’Ordine dei Medici e il Direttore della Asl di Cuneo prendano seri ed immediati provvedimenti nei confronti di questo “medico”».
Lettera dove si definisce Lauro “medico ideologizzato che arriva a tradire il giuramento di Ippocrate”.
Lauro si difende spiegando di non aver violato il giuramento d’Ippocrate:
Non sono nelle condizioni di creare un patto terapeutico con queste persone: io lavoro prettamente con pazienti oncologici con cui stabilisco un patto empatico. Poichè il mio lavoro è dettato da agire di tipo filantropico, questo tipo di empatia non posso stabilirla con chi manifesta chiare posizioni di tipo razzista. Lo dico nell’interesse del paziente stesso. Ma ribadisco: un conto è avere posizioni diverse, un altro è concepire un volantino di quel tipo.”
Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Cuneo Salvio Sigismondi ha fatto sapere che «È deontologicamente previsto il rifiuto della cura per il medico pubblico dipendente in regime di libera professione» .
Comunque un consiglio ci sentiamo di darlo agli operatori dell’accoglienza, in sintonia con le proposte della Meloni e di Salvini: siate padroni a casa vostra e tutelatevi.
La nuova legge sulla legittima difesa giunge a fagiolo.
(da agenzie)
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