“IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO AVEVA DATO INDICAZIONI PRECISE DA APRILE SUI TRASPORTI, I COMUNI SI ATTIVINO”
SERGIO IAVICOLI: “DIVERSIFICARE GLI ORARI E POTENZIARE L’OFFERTA, GLI ENTI LOCALI HANNO I FONDI PER FARLO”
“I trasporti si possono ancora gestire in sicurezza. Molto è stato fatto, ma bisogna focalizzarsi sulle situazioni più a rischio nei momenti di maggior affluenza del trasporto pubblico locale”.
Per Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), la questione attorno alla quale stanno ruotando polemiche e proteste per le conseguenze che si potrebbero registrare sul fronte della scuola, il dibattito politico e le scelte amministrative, i vertici del Governo e le richieste delle Regioni concentrati sull’obiettivo di rallentare la corsa, sempre più sostenuta, del virus, “va affrontata adesso, non si può perdere altro tempo”.
Perchè “gli assembramenti, anche sui mezzi pubblici, rappresentano un rischio innegabile e dunque vanno evitati”. Un punto, sul quale gli esperti stanno insistendo. “Il Cts aveva dato indicazioni precise su come procedere ad aprile e a fine agosto, come testimoniano i verbali – sottolinea Iavicoli — Il calo complessivo dell’affluenza nel trasporto pubblico locale mediamente è superiore al 30% e questo è dovuto anche alle misure messe in atto, ma non basta”.
Chi deve rimodulare il servizio, dottor Iavicoli?
Il tema è complesso, ma le istituzioni locali hanno la possibilità di una risposta adeguata. I mobility manager, che dovrebbero esserci in ogni città e hanno a disposizione tutti i dati, devono analizzarli ed elaborare mappe per linee, fasce orarie e aree. Così si individuano con precisione le tratte e gli orari in cui si deve intervenire.
In che modo?
Noi del Cts abbiamo proposto le linee da seguire ad aprile e le abbiamo attualizzate ad agosto, come testimoniano i verbali delle sedute. Bisogna lavorare per diversificare ancora di più gli orari e potenziare l’offerta. Se le aziende non hanno altri mezzi per prevedere corse ulteriori, possono pensare di reperirli anche collaborando con altre istituzioni. Perchè non puntare sui privati, stipulando convenzioni o noleggiando mezzi oggi in gran parte fermi a causa del calo che si registra nel turismo?
Chi deve farlo?
I Comuni, che hanno a disposizione i fondi necessari per attivarsi. Sulla base delle mappature dei mobility manager si può capire tranquillamente dove e come intervenire. Potenziando il servizio e organizzandolo in modo da evitare affollamenti anche con personale dedicato nelle stazioni più frequentate.
Le immagini degli assembramenti su bus e treni hanno fatto il giro del web. La situazione è critica?
Quelle immagini sono inaccettabili, ma anche un segno positivo di allarme sociale che emerge. Nel complesso la situazione è gestibile, ma ci sono picchi orari e linee sulle quali si può intervenire, criticità che vanno risolte. E bisogna farlo ora.
Perchè?
Gli affollamenti, anche sui mezzi pubblici, rappresentano un rischio innegabile per la diffusione del contagio e dunque vanno evitati il più possibile. Non abbiamo evidenze di focolai su bus tram e treni, ma è difficile farle emergere, anche per l’ancora insufficiente utilizzo della App “Immuni”.
Il Cts aveva consigliato un limite di capienza al 75%, il Governo lo ha fissato all’80%. Va abbassato secondo lei?
Potrei anche risponderle “sì” perchè si porrebbe un argine di maggior cautela, ma quello del limite di capienza è un problema secondario. L’80% di capienza introdotto su richiesta delle Regioni è congruo con il calo dell’affluenza complessivo, considerando che, in genere, in bus o in metro non si sta mediamente per più di mezz’ora e i passeggeri generalmente interagiscono poco fra loro. Certo, bisogna sempre indossare, e correttamente, la mascherina, curare l’igiene delle mani e prevenire gli affollamenti.
Differenziare gli orari scolastici o ricorrere alla didattica a distanza, lasciando gli studenti a casa, può servire a decongestionare i mezzi pubblici per fermare la corsa del virus?
Credo sia preferibile concentrarsi sulla rimodulazione del sistema di trasporto pubblico. Per due ragioni.
Quali?
Prima di tutto perchè qualunque misura restrittiva venga varata per sua natura non potrà durare a lungo e poi perchè noi con questo virus dovremmo convivere ancora per un po’. È necessario quindi pensare ad interventi più strutturali.
Tra le proposte del Cts per riorganizzare il tpl, oltre alla differenziazione degli orari di entrata e uscita dal lavoro, di negozi e locali e della scuola, c’è anche il potenziamento dello smart working.
Sì, è un altro fronte sul quale si deve continuare a lavorare. Quanto alla differenziazione degli orari molto è stato fatto. Dai dati della piattaforma “Moovit” ma anche da quelli di Roma Mobilità risulta che, rispetto allo stesso periodo del 2019, nell’utilizzo del trasporto pubblico locale quest’anno c’è stato un calo di circa il 30%. Molte amministrazioni hanno incentivato la mobilità alternativa sostenibile. La domanda dunque è stata rimodulata. Adesso bisogna riorganizzare l’offerta. E va fatto ora, non si può perdere altro tempo”.
(da Huffingtonpost”)
Leave a Reply