IL DISCORSO DI MACRON: “CONFINEMENT FINO ALL’11 MAGGIO”
“NON ERAVAMO PREPARATI, MA LA SPERANZA RINASCE”
Ancora un mese di lockdown in Francia. La strada verso la ripresa è in salita e la proroga delle restrizioni, anticipata dalla stampa ma ufficializzata da Macron nel suo quarto discorso alla nazione dall’inizio dell’emergenza, ne dà ulteriore conferma. “Sono qui per dirvi la verità su quello che ci aspetta nelle prossime settimane”, ha detto il presidente della Repubblica francese.
Poi l’annuncio: confinement fino all′11 maggio. A partire da quella data “saremo in grado di testare tutte le persone che presentano sintomi”.
“In questo periodo – ha spiegato ancora Macron – il Paese continua a vivere”. I bambini più piccoli torneranno a scuola l′11 maggio, perchè, ha detto il presidente, “non tutti hanno accesso ai sistemi digitali e all’aiuto dei genitori: la chiusura delle scuole aumenta le diseguaglianze sociali”.
Un riferimento ancora agli strati più popoli della popolazione: Macron ha annunciato di aver chiesto al governo di approvare entro mercoledì 15 aprile misure aggiuntive di sostegno economico ai cittadini, in particolare alle famiglie in difficoltà e ai settori economici più colpiti dalla crisi del coronavirus
Alcune cose non saranno come prima ancora per un po’ di tempo: “Almeno fino a luglio – ha continuato – non si potranno svolgere eventi pubblici”. Un discorsi simile vale per bar e ristoranti, che saranno tra gli ultimi a riaprire.
I progressi nel Paese sul fronte della lotta all’epidemia ci sono stati, Macron lo ha riconosciuto e ha ringraziato i concittadini per questo: “L’epidemia rallenta. Gli accessi in rianimazione diminuiscono. La speranza rinasce”. Ma bisogna ancora lottare, spiega il presidente. “Quello che sembrava impossibile fare in qualche anno, noi l’abbiamo fatto in pochi giorni”, ha detto il presidente parlando degli sforzi fatti per aumentare la produzione di dispositivi medici e di protezione. Poi l’ammissione: “Non eravamo abbastanza preparati” all’epidemia, ha ammesso.
Poi un passaggio sull’Unione europea: “Per quanto mi riguarda cercherò di portare in Europa la nostra voce affinchè ci sia più unità e più solidarietà ”. Ha poi aggiunto che le “prime decisioni” al livello Ue “sono andate nella giusta direzione, e abbiamo molto spinto per questo, che si tratti della Banca Centrale europea, della Commissione europea o dei governi. Ma siamo ad un momento di verità che impone più ambizione e audacia. E’ un momento di rifondazione”, ha avvertito.
I francesi hanno atteso le parole del presidente della Repubblica – pronunciate alle 20.02, subito dopo l’applauso del Paese al personale sanitario – per una giornata intera. Chiedendosi se avessero credito o no le indiscrezioni che paventavano la chiusura della Francia addirittura fino a fine maggio.
Macron ha sciolto la riserva dopo ore di consultazioni. Insieme al premier Edouard Philippe e ai principali ministri si è confrontato con il comitato scientifico che studia le misure contro l’epidemia, da quando la crisi ha avuto inizio.
Tra gli esperti più ascoltati, secondo fonti della presidenza, la ricercatrice italiana Vittoria Colizza. Ha preparato per l’Inserm, l’istituto nazionale per la salute e la ricerca medica dove lavora, un modello di previsione sugli effetti della fine del confinamento nel Paese
Secondo il documento, pubblicato da Le Monde, “il lockdown durerà a lungo poichè non si può fare una vita normale con questa epidemia”. Per questo motivo, si legge ancora nel report “attendere ancora prima di decretarne la fine (delle restrizioni, ndr) ha il vantaggio di tenere basso il numero di casi e alleviare il carico sul sistema ospedaliero. Oltre a dare il tempo per aumentare la capacità di screening”.
Mentre nel Paese si sfiorano i 15mila morti per coronavirus, i medici lanciano un appello: gli alberghi di Parigi, e del resto della nazione, mettano a disposizione i loro spazi per i casi meno gravi. Nessuna proposta di requisizione, solo un invito a contribuire ad alleggerire la pressione degli ospedali. Affaticati in Francia, così come negli altri Stati più colpiti dalla pandemia.
(da “Huffingtonpost”)
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