IL FRONTE DEI RISTORATORI SI SPACCA: CHI RISPETTA IL DIVIETO SI SFILA, RESTANO 500 FACINOROSI CHE VOGLIONO L’INCIDENTE
LE MANIFESTAZIONI NON AUTORIZZATE VANNO SCIOLTE, LA LEGGE DEVE ESSERE UGUALE PER TUTTI
I ristoratori si dividono sulla protesta. Mentre le bandiere bianche di “Roma più bella” e “Italian Hospitality network” hanno rinunciato alla manifestazione autorizzata dalla questura dalle 15, il movimento “IoApro” non si è fermato.
L’intento è arrivare come annunciato domenica a Montecitorio ma la polizia ha circondato con le transenne e i blindati tutta l’area intorno a palazzo Chigi.
Radunati a piazza San Silvestro alle 14,50 sono circa in 500, con vari esponenti di movimenti di partite Iva, ristoratori, mondo dello sport e della cultura. Intorno la piazza del governo un folto schieramento di polizia e carabinieri che la rendono è inaccessibile anche per chi tenta di arrivare da Piazza San Lorenzo in Lucina.
Come aveva annunciato già ieri, il movimento voleva coinvolgere “130 pullman”: “Partiranno da tutta Italia, invaderemo Montecitorio”, si leggeva nel comunicato sui social. Sarebbero dovuti andare prima al Pantheon, poi alle 14,30 a Montecitorio. Ma il programma degli organizzatori è stato cambiato all’ultimo momento. Sia il sit-in che il corteo non sono autorizzati.
Blindati e idranti schierati in varie strade, transenne attorno a Montecitorio. Diverse pattuglie anche della polizia locale impegnate nei servizi di viabilità. I manifestanti a piazza San Silvestro intonano cori “Libertà, libertà”. “Non siamo partite Iva, siamo persone, siamo famiglie – dice un manifestante arrivato da Napoli – non siamo delinquenti, siamo persone che lavoravano 14 ore al giorno”. Mentre un altro aggiunge: “Ci negano anche il diritto di manifestare. È stata un’impresa arrivare qui”.
“Noi dobbiamo riaprire per i nostri figli” grida Sandra Di Bella, del movimento ‘Ristoratori siciliani indipendenti’, che indossa una sorta di elmo vichingo con le corna come Jake Angeli, uno dei manifestanti di Capitol Hill. “Speranza si deve dimettere. Ci stanno distruggendo”.
Intorno a mezzogiorno circa 16 ristoratori e fieristi di “IoApro” arrivati in nave da Palermo con tanto di autocertificazione, erano stati identificati dalla polizia alla stazione Termini e poi lasciati andare. Un altro gruppo da Vibo Valentia non è riuscito ad arrivare, i bus dal nord fermi ai caselli autostradali. Alle 14 un pullman con 39 persone provenienti da Bologna è stato intercettato al casello di Roma Nord, la polizia ha identificato i passeggeri a bordo
“Non siamo venuti a far casino, ma vogliamo raggiungere Montecitorio per far sentire la nostra voce – dice Francesco Salomone, 21enne titolate di una braceria a Terrasini – la cassa integrazione non arriva, gli aiuti e l’apporto non sono sufficienti a salvare le nostre aziende”.
I ristoratori di “Roma più bella” però non ci sono. Hanno invece consegnato una lettera al governo: “Domani al Circo Massimo – dicono Roberta Pepi – avremo un cordone di sicurezza nostro per tutelare i nostri manifestanti, la polizia garantirà la sicurezza della piazza. Non cerchiamo lo scontro sociale ma la coesione. Non portate bandiere politiche, vogliamo risposte dal governo dopo il documento che abbiamo presentato oggi”. Le nostre aziende, aggiunge Fabio Mina della “Lupe Roma”, “sono ormai al collasso pertanto pretendiamo il diritto di fare impresa nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza”.
(da agenzie)
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