IL JOBS ACT IN PILLOLE: MENO STIPENDI, MENO DIRITTI, MENO TUTELE
NIENTE REINTEGRO, SI POTRANNO ABBASSARE LE MANSIONI E LO STIPENDIO A TUTTI, ADDIO CASSA INTEGRAZIONE… MA PER L’ASSEGNO UNIVERSALE DI DISOCCUPAZIONE I SOLDI NON CI SONO
La legge delega approvata in commissione in Senato e nota alle cronache come Jobs Act è un concentrato di ricette care alle imprese e all’impostazione economica cosiddetta neoclassica.
Ecco un breve riassunto dei punti più controversi.
Il contratto a tutele crescenti: si applicherebbe ai neoassunti e consentirebbe ai datori di lavoro di assumere e licenziare liberamente almeno nei primi tre anni di contratto. Il problema è che il modo in cui è scritta la delega lascia aperta la possibilità – che per Maurizio Sacconi è una certezza — di non applicare il diritto al reintegro. Demansionamento: durante “ristrutturazione o conversione aziendale” — cioè sempre — si potrà abbassare i compiti di uno o più lavoratori
Nuovi contratti di solidarietà : si potranno usare anche per assumere personale abbassando temporaneamente lo stipendio di tutti.
Addio Cassa integrazione: si restringe il campo di utilizzo e si preferisce slegare il sostegno al reddito del lavoratore dal suo posto di lavoro.
Per l’assegno universale di disoccupazione, però, non ci sono i soldi (per ora, dunque, solo addio alla Cig).
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