IL LEADER NON C’E’: SOLO 3 ELETTORI DI CENTRODESTRA SU 10 INDICANO SALVINI
IL SONDAGGIO IXE’ RIVELA CHE TANTE DEBOLEZZE NON FANNO UNA FORZA E CHE SALVINI NON RAPPRESENTA NEANCHE TUTTO L’ELETTORATO LEGHISTA, FIGURATI GLI ALTRI
L’istituto Ixè per Agorà ha sondato anche questa settimana le intenzioni di voto degli italiani: Il Pd passa dal 28,1% al 26,9%, mentre M5S registra una flessione di 0,7 punti, ma si attesta al 27,1%.
Leggere flessioni per Lega Nord al 12,8% e Forza Italia al 12,7%, mentre Giorgia Meloni vede rafforzarsi il consenso di Fratelli d’Italia al 5,2%.
Prima rilevazione per Democratici e Progressisti, la nuova formazione di Speranza, Rossi e Bersani, accredita del 2,9%.
In pratica perdono terreno tutti i quattro partiti principali.
Altro dato: il 47% degli italiani, se potesse scegliere, vorrebbe andare al voto prima dell’estate. Il 18%, invece, vorrebbe le elezioni dopo l’estate mentre il 28% a fine legislatura, nel 2018. In pratica un elettorato spaccato a metà sulla data del voto.
Ma veniamo a una domanda interessante.
E’ stato chiesto agli elettori di centrodestra chi dovrebbe essere il leader della coalizione.
Il criterio è quello di porre la domanda in proporzione al peso interno alla coalizione del partito di riferimento. Per rendere la cosa più comprensiva la domanda è stata posta quindi a 40 elettori della Lega, a 40 di Forza Italia, a 20 di Fdi.
Fatto salvo quindi il riferimento a 100 il primo è stato Salvini con il 31% dei consensi, quindi inferiore al 40% portato in dote dai suoi elettori.
Da qui si potrebbe dire che il 20% degli elettori della Lega non lo voterebbero leader.
Vediamo la percentuale della Meloni: il 13% la relega all’ultimo posto.
Anche in questo caso una parte dei suoi 20 elettori su 100 non la vede come leader.
Passiamo ai 40 elettori su 100 che votano Forza Italia e vediamo le percentali del secondo e terzo classificato. Zaia ha raccolto il 23% dei consensi, Berlusconi il 20%.
Qui occorre una premessa: allo stato attuale Berlusconi non è credibile come candidato in quanto non è candidabile (salvo che una sentenza a Strasburgo non lo riabiliti, annullando la legge Severino), quindi il 20% raccolto è più un atto di fede e di affetto che altro.
Però non è poco, in queste condizioni: rappresenta circa la metà dei 40 elettori forzisti su 100 interpellati.
In pratica il 50% di questi elettori paiono disposti solo a votare Silvio, nessun altro.
Ma Berlusconi ha indicato come possibile leader Zaia e il governatore veneto ha raccolto il 23% di consensi (diciamo un 16% tra elettori forzisti e un 7% di leghisti), proprio sulla scia della investitura del Cavaliere che qualcosa evidentemente conta.
Un 13% non si è espresso, giusto per la cronaca, non ritenendo adatto nessuno dei quattro.
Una cosa emerge chiaramente: che Salvini è visto come leader del centrodestra da meno di elettore di area su tre.
Non solo: i sette elettori su dieci che hanno scelto altre opzioni (alcune di aperto contrasto con lui) per chi voterebbero se fosse lui il candidato autoproclamatosi leader dell’area?
Una ipotesi emerge con chiarezza: non per l’ex comunista padano convertito al sovranismo a senso alternato.
Poi ognuno è libero di andarsi a schiantare alla prima curva, ma poi non dica che i segnali di pericolo non siano stati segnalati.
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