IL MINISTRO SAVONA SCARICA IL GOVERNO: “LA MANOVRA NON VA BENE, E’ DA RISCRIVERE”
“I SOVRANISMI DANNEGGERANNO LO SVILUPPO GLOBALE”
Paolo Savona è uscito dal gruppo. Come un Jack Frusciante, ma un po’ più basso e rock (cit.), il ministro per il quale Di Maio voleva l’impeachment di Mattarella critica la politica economica del governo Lega-M5S e auspica un cambio della manovra per fare contenta l’Europa.
Infine, in pubblico critica anche i sovranismi (e chissà con chi ce l’ha).
Ne parla Francesco Verderami sul Corriere della Sera:
Si ritorna così al governo attuale, alla divergenza tra i due vice premier. Il capo di M5S – pressato dai grillini attestati a difesa del reddito di cittadinanza – ritiene che i «numerini» non vadano cambiati, che sullo spread il peggio è passato e che basterà offrire degli «impegni aggiuntivi» all’Unione per aggirare l’ostacolo.
Il capo del Carroccio – incalzato da Giorgetti e dall’elettorato produttivo del Nord – è invece preoccupato per la sorte dei titoli di Stato e dal fatto che uno spread costante a 300 punti «l’Italia non lo regge».
Due visioni contrapposte, dentro un esecutivo dove ormai i ministri sembrano posizionarsi in vista di nuovi equilibri.
E se Tria –come raccontano fonti accreditate– sfruttando il buon rapporto stretto con Salvini pensa di avere un ruolo importante anche in futuro, Savona appare disilluso.
Ieri in un convegno, prima ha citato «il maestro Cossiga» per dire che «l’economia è un grande imbroglio politico», poi ha puntato l’indice contro i «sovranismi» che «quasi certamente» danneggeranno lo sviluppo globale.
Insomma, per Savona è tutto sbagliato, è tutto da rifare:
Una visione argomentata e tranciante, che fa il paio con il giudizio espresso riservatamente sul governo a margine dell’ultimo Consiglio dei ministri: «Non si può più andare avanti così, non ha senso. E la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere».
L’affermazione di Savona parte da un convincimento, è la previsione di come andrà a finire l’estremo tentativo di mediazione di Conte con Juncker. E in politica come nello sport squadra (e tattica) che perde si cambia.
E a questo punto non si capisce perchè sia ancora al governo.
(da “NextQuotidiano”)
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