IL MONITO DI VISCO: “IL CONSENSO VA CERCATO CON PROGRAMMI FONDATI SULLA REALTA'”
IL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA INVOCA UNO SFORZO ECCEZIONALE SU DEBITO E RIFORME
Ci sono due priorità che vanno al di là di quella “incertezza politica” che sta attraversando l’Italia e che corre lungo l’orizzonte del voto anticipato: andare avanti con le riforme e non rimandare più l’impegno per ridurre il debito pubblico che espone il Paese alla sfiducia dei mercati e a “fenomeni di contagio”.
L’impronta che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, dà alle sue Considerazioni finali, le ultime del suo mandato a via Nazionale, è netta: servono passi in avanti, non “retromarce” sul terreno delle riforme, dei conti pubblici e delle banche. Ecco perchè, sottolinea, serve uno “sforzo eccezionale” che chiama in causa anche la politica.
Visco non cita direttamente lo scenario delle elezioni anticipate, ma ai parti chiede chiarezza e concretezza: “Il consenso – sottolinea – va ricercato con la definizione e la comunicazione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà “.
Nessuna improvvisazione per la Banca d’Italia. Le macerie della crisi sono ancora tangibili, con un Pil che ritornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2025. E per sostenere i primi segnali di una crescita che registra ancora vulnus importanti occorrono “tempo, impegno, sacrifici”.
Nessuna scorciatoia, ma un’agenda, quella della Banca d’Italia, che punta alla soluzione dei mali atavici dell’economia italiana (debito in primis) e ad affrontare, in un dialogo con l’Europa da riassettare, le sfide attuali più difficili, a iniziare da quella delle banche in difficoltà , da Mps alle venete alla più generale questione dei crediti deteriorati.
Di errori in passato ne sono stati commessi, mette in evidenza Visco, ma ora non vanno più ripetuti. Sul debito, in particolare, bisogna avviare “una diminuzione continua e tangibile” perchè proprio i mancati sforzi del passato sono costati cari al Paese, con manovre pesantissime.
Quello che serve, ora, è una “veduta lunga”. Una direzione, quella che via Nazionale indica all’Italia, che si inserisce in una cornice europeista imprescindibile. Visco si appella allo spirito di Carlo Azeglio Ciampi, che guidò la Banca d’Italia dal 1979 al 1993, in una delle fasi più difficili per il sistema bancario italiano.
Quello spirito europeista, che allora fece perno sull’euro, ora ritorna attuale nel messaggio che il governatore consegna alle forze antieuropeiste.
“E’ un’illusione – chiosa il governatore – pensare che la soluzione dei problemi economici nazionali possa essere più facile fuori dall’Unione economica e monetaria”. L’uscita dall’euro è uno scenario che non è nemmeno lontanamente ipotizzabile perchè, sottolinea Visco, “determinerebbe gravi rischi di instabilità “.
Europa sì, ma con un assetto diverso sulle sfide delle banche e degli Npl. A iniziare dalla bad bank, che palazzo Koch rilancia come misura “potenzialmente utile” a patto però che ci sia “un’effettiva determinazione a proseguire su questa strada”.
Messaggio chiaro da recapitare alla Commissione europea per sbloccare l’impasse sulla proposta dell’Eba. Ma c’è un altro elemento che Visco tira in ballo per sottolineare la necessità di un nuovo equilibrio tra le autorità nazionali e quelle europee: la vigilanza sul e il soccorso alle banche.
Il governatore difende l’operato di via Nazionale nei casi di “mala gestio”, ma sottolinea come le nuove regole europee hanno dato vita, in caso di crisi, a “una molteplicità di autorità e istituzioni – nazionali e sovranazionali – tra loro indipendenti, con processi decisionali poco compatibili con la rapidità degli interventi”.
Tradotto: manca un’azione di coordinamento in grado di frenare le situazioni più complesse. E anche l’impostazione data dall’Europa sugli aiuti di Stato mette in evidenza “limiti stringenti”. La casa europea è ancora incompleta nel campo economico e finanziario e per questo, secondo Visco, l’Unione è risultata “più forte nel proibire che nel fare”.
(da “Huffingtonpost”)
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