IL POLIZIOTTO CHE PRENDE PER IL COLLO UN RAGAZZO NERO A VICENZA E’ LO SPOT PERFETTO PER FAR PERDERE LA FIDUCIA NELLE FORZE DELL’ORDINE
IL VIDEO DIVENTA VIRALE E SCATENA UNA SERIE DI COMMENTI NEGATIVI
Un poliziotto immobilizza un ragazzo di 21 anni stringendolo al collo con una presa da wrestling. Il giovane si dimena per provare a liberarsi, perchè il respiro viene a mancare. Intorno la gente grida per paura, chiede all’agente di liberarlo.
Qualcuno azzarda un parallelo con i fatti di Minneapolis. È un video di 58 secondi a denunciare pubblicamente un nuovo intervento muscolare della polizia, stavolta in Italia, a Vicenza, in piazza Castello.
Quel ragazzo, poi, sarà arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Il questore Antonino Messineo cerca di smorzare le polemiche: “Se la polizia chiede un documento, non vedo per quale motivo rifiutarsi di darlo. Se tutti avessimo maggiore rispetto delle istituzioni, forse staremmo tutti meglio”.
Sarebbe meglio che anche le forze dell’ordine avessero maggiore rispetto dei cittadini, indipendentemente dal colore della pelle.
Una vicenda che, in poche ore, ha fatto il giro del web e che ha oltrepassato i confini della città di Vicenza. Il video del poliziotto che ha bloccato con una presa al collo un giovane ragazzo è stato al centro di polemiche e sta animando le cronache cittadine e non solo.
Anche perchè pone un serio interrogativo sulla proporzionalità delle reazioni da parte delle forze dell’ordine.
Denis Yasel Guerra Romero è stato arrestato (si trova ai domiciliari) con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e domani si celebrerà il processo per direttissima in cui bisognerà difendersi da questa accusa.
«Noi domani — ha detto Chiara Bellini, l’avvocato del giovane di 21 anni — dobbiamo difenderci da questa accusa. E dobbiamo dimostrare che quella che è avvenuta il pomeriggio del 10 agosto non è stata resistenza a pubblico ufficiale. È possibile che porteremo il fatto in dibattimento, perchè dobbiamo dare la possibilità ai testimoni di raccontare quello che è accaduto e che si vede nel video».
E quello che è successo nel video è sotto gli occhi di tutti: il diverbio tra il ragazzo e il poliziotto, il tentativo del giovane di allontanarsi, la presa al collo del poliziotto. Ma cosa era successo prima?
«La storia — dice l’avvocato Chiara Bellini — è questa: la polizia si trovava lì per sedare una rissa tra terze persone, che nulla avevano a che fare con il mio assistito. Mentre gli agenti stavano intervenendo, Denis stava scherzando con un suo amico e gli è venuto da ridere per motivi che non riguardavano affatto l’intervento delle forze dell’ordine. L’ufficiale, tuttavia, credeva di essere la causa di quella risata e si è avvicinato al ragazzo chiedendo: ‘Cos’hai da ridere?’». Parte da lì, poi, il video pubblicato sui social network.
Il ragazzo è stato preso al collo, poi è stato aiutato a liberarsi dalla morsa. Successivamente, dopo essersi allontanato in bicicletta, è stato fermato e arrestato. «La resistenza a pubblico ufficiale giustifica la misura cautelare in genere — spiega l’avvocato -, ma non è questo il caso. Dobbiamo dimostrare questo nel processo di domani, poi occorrerà valutare come andare avanti in questa vicenda».
Al ragazzo, inizialmente, era stato affidato un difensore d’ufficio, soltanto in un secondo momento è intervenuta l’avvocato Bellini, che ha cercato di spiegare il contesto all’interno del quale vive il suo assistito: «È un contesto decisamente sano — ci dice -: è un ragazzo giovane, perfettamente integrato, un operaio con un contratto a tempo indeterminato e, soprattutto, era incensurato. Anche se magari il suo atteggiamento non è sembrato gentile al poliziotto, non giustifica quel tipo di reazione».
(da agenzie)
Leave a Reply