IL SUICIDIO FINALE DEI GRILLINI: VOTERANNO NO PER SALVARE IL SEQUESTRATORE DI PERSONA E LA LORO POLTRONA
SI STA PREPARANDO LA STRADA: TRASFORMARE LA NATURA DEL VOTO IN UN VOTO DI FIDUCIA AL GOVERNO E SOTTRARRE UN IMPUTATO PER UN DELITTO EFFERATO AL GIUDIZIO DELLA LEGGE… RINNEGATI ANNI DI BATTAGLIE
Eccola, la mossa. Cercare di trasformare quello che è proceduralmente un voto sull’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini come una richiesta di consenso alla linea politica dell’intero governo.
È questa la prima mediazione raggiunta in un vertice notturno a tre tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Tirare fuori i 5 stelle dall’imbarazzo di dover votare Sì all’immunità per il vicepremier leghista costruendo una narrazione che ribalti il tavolo, e dia una connotazione tutta politica alla questione.
Attraverso un documento formale che il presidente del Consiglio depositerà agli atti del Senato e nel quale si assumerà la responsabilità di quanto successo intorno alla nave della Guardia costiera Diciotti.
Nessuno nel Movimento 5 stelle scopre la carta finale. Nessuno dice voteremo No. Ma una fonte di governo spiega: “Non possiamo fare fughe in avanti, è una strada da costruire pazientemente, c’è tempo”.
Almeno fino al 22 febbraio, deadline fissata per il voto della relazione.
Ma qualcosa è cambiato. La linea non è più quella del “Salvini vada a processo, noi staremo con lui” avanzata ieri da Alessandro Di Battista.
Ma un più paludato “dobbiamo studiare le carte”. Mario Giarrusso, unico senatore M5s alla seconda legislatura presente in Giunta ammette: “La situazione è cambiata alla luce della retromarcia del ministro dell’Interno”.
Poi il passaggio chiave: “Per noi saranno atti estremamente rilevanti ai fini della decisione”, spiega in relazione sia alla difesa del leader del Carroccio sia al documento atteso da Palazzo Chigi.
Eccolo il primo sampietrino del selciato che dovrebbe portare il Movimento a votare No in aula. Una strada complicata; è presto per dire se il cantiere reggerà fino alla meta.
Il mood è tuttavia cambiato. Uno dei componenti pentastellati della Giunta ragiona mettendo nel cassetto il Non-statuto e le battaglie di una vita e sfoderando l’armamentario giuridico: “Siamo davanti a un caso del tutto particolare. Perchè è una situazione rara, in cui il nostro organo non ha una funzione accusatoria, ma deve fare una valutazione concernente l’interesse pubblico dell’atto e la conformità ai dettami istituzionali. Dobbiamo studiare i faldoni”.
Il senatore 5 stelle Francesco Urraro spiega: “Sicuramente ci rivedremo con Di Maio sempre sulla scorta dei documenti, degli atti. Sarà una scelta tecnica prima ancora che politica”.
Parole che suonano come il miele per l’alleato leghista: “Abbiamo apprezzato le parole di ieri di Conte — dice ad Huffpost Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera — ci auguriamo che la direzione di tutti sia quella”.
E mentre un uomo di governo in camicia verde ribadisce che “se voteranno Sì avremo un grossissimo problema”, la Lega si prepara a cavalcare l’onda.
E per il weekend ha organizzato una raccolta firme a sostegno del proprio leader: “Sostieni il capitano — si legge nel volantino preparato ad hoc – Sabato e domenica in tutte le piazze vieni a firmare la petizione”.
Ma l’unico voto che conta per Salvini è quello che i suoi alleati in giacca gialla esprimeranno entro il 22 febbraio in Giunta. E poi, entro un mese, nell’aula del Senato.
(da “Huffingtonpost”)
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