IL TERREMOTATO MORTO NEL CAMPER PER LA STUFA KILLER CONTESTAVA L’AGIBILITA’ DELLA SUA CASA
GUARDATE QUESTA FOTO: SARESTE RIENTRATI VOI IN CASA A TRE METRI DA QUESTA FAGLIA? IN UNA CASA SENZA NEANCHE IL GAS?… EPPURE ERA STATA CLASSIFICATA AGIBILE, ANCHE SE TUTTE QUELLE VICINE SONO E ED F, GRAVEMENTE LESIONATE…IL 26 OTTOBRE ERA STATO MANDATO VIA DALLA TENDOPOLI
Paganica è una frazione dell’Aquila, poche case sulle alture. Alfonso Tursini aveva 64 anni, era uno che non si arrendeva: aveva cominciato a lavorare a 12 anni e fino a 38 aveva giocato a rugby, era il capitano quando il Paganica conquistò la serie B.
Ha trovato la morte dentro un piccola roulotte, ucciso dal gas di una stufetta difettosa.
I TG nazionali hanno dato la notizia precisando che non “aveva voluto rientrare nella sua casa dichiarata agibile”, quasi che la morte se la fosse andata a cercare.
Guai a sollevare dubbi o critiche sulla gestione del post-terremoto: tutto funziona perfettamente, è la parola d’ordine.
I nostri articoli documentati e scomodi hanno dimostrato ben altre verità , a cominciare dal fatto che non è neanche vero che in Abruzzo si siano consegnati i primi moduli abitativi temporanei a tempo di record: rispetto ad altri sismi, la “tempestività ” di quello abruzzese si colloca al quarto posto.
Se si fosse scelta la strada delle casette di legno, quelle fornite ad Onna dalla provincia di Trento, per capirci, adesso tutti i terremotati avrebbero una casa, invece di vivere nelle tendopoli o negli alberghi.
Si è voluto “pompare” una messa in scena mediatica, a base di lenzuola ricamate, frigo pieni e torte omaggio, neanche fossimo in una fiction televisiva.
Ancora due giorni fa grande festa mediatica, con la presenza del premier, per consegnare sapete quanti appartamenti? Sedici.
E qualcuno parlava di 300 consegna alla settimana.
Ma ritorniano ad Alfonso Todini e alla sua “ostinazione” a non voler rientrare nella casa agibile e ricostruiamo la verità scomoda.
Il pensionato lo aveva spiegato cento volte agli uomini della Protezione civile: non riusciva a capire come la sua casa avesse potuto essere classificata A come agibile, a tre metri da una faglia che spacca la strada, una casa senza nemmeno l’allaccio del gas.
Una faglia che ha spaccato il giardino, l’asfalto, i muri di cemento, l’acquedotto e le tubature del gas.
Nel contesto di altre case, tutte su una scarpata, e tutte classificate E o F , ovvero gravemente lesionate.
La famiglia Tursini aveva chiesto più volte una nuova verifica della propria casa e una nuova classificazione: inutilmente.
Avevano vissuto 5 mesi nella tendopoli gestita dalla Protezione civile di Trento, chiusa il 6 settembre.
Allora avevano chiesto ospitalità a quella gestita dalla Regione Umbria, ma ogni giorno qualcuno gli ricordava che dovevano andarsene e il 26 ottobre li hanno mandati via.
A quel punto Alfonso si è comprato coi risparmi una vecchia roulotte di 20 anni per 5.000 euro, perchè in casa non si sarebbero mai sentiti sicuri, prima di altre verifiche.
A causa del freddo hanno attivato nella roulotte la stufa a gas all’origine della tragedia (la moglie è ancora in una camera iperbarica e si lotta per salvarla). Forse sarebbe bastata un po’ di umanità e un secondo accertamento per salvare la vita di Alfonso, ma la ragion di Stato ha prevalso.
Che contrasto con la visita del premier due giorni fa a Fossa e Sant’Elia: battute “spesso mi dicono di trovarsi meglio nelle nuove case rispetto a quelle vecchie”, visita di persona, con telecamere al seguito, degli alloggi.
Siamo arrivati al punto che una giornalista Rai ha chiesto a una coppia di terremotati in attesa di un bambino come mai non avessero deciso di chiamarlo Silvio, quasi per gratitudine al “grande benefattore”.
Chissà perchè ai giornalisti della carta stampata è stato però impedito di seguire il premier nelle visite agli appartamenti, accesso consentito solo a Rai e Mediaset.
Forse non dovevano vedere qualcosa?
Per la cronaca, i 16 appartamenti consegnati due giorni al suon delle fanfare erano della Regione Friuli, non erano neanche quelle del progetto Case….
Un po’ troppe cose vengono nascoste agli italiani.
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