IL TITOLO BUFALA DI “LIBERO” SUI MIGRANTI CHE HANNO “MANGIATO” 4 CANI A LAMPEDUSA
NON SOLO NEL TESTO DELL’ARTICOLO SI SMENTISCE IL TITOLO BASATO SU UNA AFFERMAZIONE DI UNA ANONIMA PRESUNTA CITTADINA, MA LA LAV DI LAMPEDUSA LI SPUTTANA: “NESSUNA SEGNALAZIONE DI FATTI DEL GENERE, NENCHE AI VIGILI URBANI”…. ORA SI VADA A FONDO, FUORI LE PROVE O GALERA PER CHI DIFFONDE NOTIZIE FALSE CON FINALITA’ DI ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE
Un’anticipazione, in verità , c’era già stata. Pietro Senaldi, direttore di Libero, aveva annunciato a In Onda che il proprio quotidiano avrebbe pubblicato in prima pagina la notizia dei «migranti che hanno mangiato 4 cani» a Lampedusa.
Il direttore aveva sottolineato come, nell’articolo, si dava conto di un episodio singolo raccontato a un inviato del quotidiano da una persona del posto — tale Rosy — e non di una tendenza generica da attribuire a tutti i migranti.
La precisazione aveva sollevato un acceso e divertito dibattito in studio. Leggendo l’articolo che Libero ha pubblicato questa mattina, tuttavia, si nota quantomeno una mancanza. A dispetto del titolone, infatti, nel reportage alla questione dei cani è dedicato un rapidissimo passaggio. La donna denunciava la sparizione di «galline, capretti e quattro cagnolini». Il giornalista, poi, lasciava a lei la parola: «Se li sono mangiati».
Tuttavia, soltanto una riga dopo, l’autore dell’articolo sottolineava come: «È dura credere che i tunisini apprezzino il barbecue canino». La precisazione, del resto, non ha impedito al quotidiano di titolare come abbiamo descritto in precedenza
Tanto più che di notizie di cani mangiati da migranti a Lampedusa è pieno il web. C’è un racconto di un abitante dell’isola in un video pubblicato nel 2013, rivelatosi poi un fake Sport
Lav Lampedusa: «Nessuna segnalazione di cani scomparsi o uccisi»
Per cercare di fare più chiarezza abbiamo contattato l’organizzazione no profit ‘I cani di Lampedusa’, che fa parte di un ampio progetto della Lav (Lega anti-vivisezione) sull’isola, proprio per tutelare (soprattutto) i randagi che vivono sull’isola.
«Dopo aver letto il titolo e l’articolo di Libero ho chiamato i vigili urbani per saperne di più — ha detto Veronica Bottino, che cura il progetto I cani di Lampedusa, ai microfoni di Giornalettismo -. Loro mi hanno detto che non hanno ricevuto alcuna segnalazione di questo tipo». Insomma, secondo quanto siamo riusciti a carpire da una persona che lavora per tutelare il benessere e la salute dei cani sull’isola siciliana, non è stata effettuata alcuna denuncia di sparizione o uccisione di cani.
Questa è la versione di un’organizzazione no-profit che si occupa della salvaguardia e il benessere dei cani sull’isola di Lampedusa. E si tratta anche dell’unico progetto che affronta queste tematiche sull’isola. Il loro lavoro, infatti, è quello di accudire e ospitare nelle loro strutture tutti quei cani randagi lasciati in strada, prima di trovare una nuova famiglia che possa accudirli. E il successo di questo progetto è testimoniato da tutte le storie a lieto fine raccontate attraverso i loro canali social.
(da agenzie)
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