ILARIA CUCCHI: “PERCHE’ I CARABINIERI CHE PESTARONO MIO FRATELLO SONO ANCORA NELL’ARMA?”
DOPO L’INTERCETTAZIONE DI UNO DEI CARABINIERI COINVOLTI I LEGALI DI CUCCHI CHEDONO UN INTERVENTO DEL GENERALE TOMASONE
Nel suo appartamento tra il Pigneto e Tor Pignattara, a poca distanza da dove abitava con la sua famiglia e insieme a Stefano, Ilaria Cucchi siede intorno a un tavolo con i suoi avvocati. Dietro di loro giocano quattro bambini, i suoi due figli e quelli di un amico.
Accanto ha l’avvocato Fabio Anselmo, che l’ha accompagnata nei lunghi 7 anni dalla morte del fratello, tra un’indagine e i tre processi.
Con attenzione ascolta l’audio delle intercettazioni in cui uno dei carabinieri coinvolti nell’inchiesta bis sulla morte del fratello viene accusato dall’ex moglie “di essersi divertito a picchiare Stefano”.
“Fa male sentire queste cose. Quasi non ci credo. Ma finalmente la verità sta venendo fuori” dice con un filo di voce.
Alcuni carabinieri avrebbero picchiato suo fratello e altri avrebbero anche mentito per coprirli. Questo dice al momento l’inchiesta della procura di Roma. Si sta facendo giustizia?
“Sono soddisfatta di quello che stanno facendo il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il pm Giovanni Musarò. Ma a questo punto vorrei chiedere al generale dei carabinieri Vittorio Tomasone, che ci telefonò subito dopo la morte di Stefano, mettendosi a nostra disposizione, cosa aveva saputo dell’inchiesta interna. Visto che dagli atti leggo che Roberto Mandolini (indagato per falsa testimonianza, ndr) dopo aver parlato con Mastronardi, parlò anche con lui”.
Crede che altri siano coinvolti?
“Non lo so, da quello che leggo sui giornali lo credo. Però intanto vorrei sapere anche del bianchetto sul nome di Stefano sul registro del fotosegnalamento e soprattutto della sparizione dei nomi dei due carabinieri che oggi vengono accusati di aver pestato mio fratello. Ma sono stati presi dei provvedimenti nei confronti di queste persone che sono indagate?”.
Alla luce di quello che sta scoperchiando l’inchiesta bis della procura di Roma si sente soddisfatta?
“Certamente sì, a parte la nomina del perito Francesco Introna, che ritengo sia legato all’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha sempre difeso i carabinieri a prescindere da tutto. A parte questo credo che ci sia un conflitto, visto che Introna è legato alla professoressa Cristina Cattaneo (uno dei consulenti che ha redatto la perizia disposta dalla III Corte d’Assise). Lei ha lavorato talmente bene che il giudice di secondo grado ha dovuto assolvere tutti perchè non si poteva individuare la causa della morte di mio fratello”.
Francesco Salvatore
(da “La Repubblica”)
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