IN FORZA ITALIA LO SCONTRO CONTINUA
UN ALTRO VERTICE CON I BIG: DIVISO TRA LA ROTTURA E LA STABILITA’
Un lungo vertice giovedì sera con tutto lo stato maggiore del partito, uno più ristretto oggi a pranzo con segretario, coordinatori, capigruppo.
E alla fine delle riunioni, i partecipanti concordano sull’interpretazione delle intenzioni di Silvio Berlusconi: «Il governo non lo entusiasma, tutt’altro, ed è ancora molto arrabbiato per quello che gli hanno fatto in Giunta. Ma la decisione di staccare la spina non l’ha presa. Per ora».
Raccontano che il Cavaliere, partito ieri sera per Arcore e forse presente oggi al lancio a Milano della nuova Forza Italia (dove ci saranno sia la leader dei falchi Santanchè che quello delle colombe Alfano), abbia ascoltato le ragioni di tutti.
Di chi proprio non riesce ad accettare l’idea di rimanere al governo con una sinistra che oltre a volerlo «abbattere per via giudiziaria» propone solo «tasse su tasse senza riuscire a imprimere alcuna svolta all’economia» (su questa posizione continuano a stare Santanchè, Verdini, Capezzone, Bondi, ma negli ultimi giorni anche Ghedini, in parte Brunetta), e di chi invece ritiene un errore imperdonabile rendersi artefici di una rottura che gli italiani non capirebbero oggi (tutta l’ala governativa più i moderati come Letta, Schifani).
Alla fine, dicono, ha retto l’urto situandosi su una posizione mediana: si va avanti «combattendo le nostre battaglie, dalla giustizia alle tasse».
Poi si vedrà , anche perchè «il Pd ha più problemi di noi a sostenere l’esecutivo…».
Così si capiscono i toni alti di Brunetta, che annuncia la rottura se verrà alzata l’Iva, ma anche quelli più soft ma altrettanto decisi della Gelmini, secondo la quale «per evitare che l’economia abbia un colpo drammatico si tagli la spesa».
E si capisce come per tutti, di qualsiasi area, si navighi a vista.
Gaetano Quagliariello fissa il momento della verità «a gennaio, febbraio», confidando che «finchè le categorie produttive lo sosterranno, il governo non cadrà ».
Maurizio Gasparri è più tranchant: «Prima di gennaio viene il primo ottobre, e l’Iva… E poi il 4 ottobre, quando la Giunta vedrà una seduta pubblica, e il 15 ottobre, quando l’Aula voterà la decadenza: la strada è lastricata di ostacoli».
In questo clima, dopo l’accelerazione mediatica del lancio di Forza Italia è il momento di fermare i motori: decisioni sui gruppi e sulle gerarchie sembrano sospese, in attesa che Berlusconi decida quale strada imboccare.
Dicono che Alfano stia recuperando posizioni (sono piaciute al Cavaliere le ultime uscite televisive del segretario), e al momento non si toccano organigrammi.
Piuttosto, l’emergenza oggi è «raccogliere le firme per i referendum sulla giustizia» e tutti gli altri proposti dai Radicali, dice Luca D’Alessandro, e infatti Verdini sta stressando i coordinatori regionali perchè portino «risultati importanti» , sulla base dei quali verranno giudicati anche per il futuro.
Ma nel Pdl-FI lo scontro sotterraneo continua in tutte le forme.
Mercoledì prossimo si dovrebbe votare finalmente per il vicepresidente della Camera in quota Pdl, e ufficialmente la candidatura della Santanchè non è stata ritirata, nonostante sia difficilissimo, con l’aria che tira, che a scrutinio segreto venga eletta.
Anche per questo, e visto il suo impegno a tempo pieno nel partito, lo stesso Verdini starebbe convincendola al passo indietro, ma si discute su chi potrebbe sostituirla.
Se una candidatura di moderate come la Gelmini o la Carfagna passerebbe senza problemi ma verrebbe vista come un atto di guerra interno, quella della Prestigiacomo, a lei vicina (e piuttosto ostile ad Alfano), potrebbe andar bene alla Santanchè.
A meno che non si arrivi a un’ipotesi di mediazione sulla quale si sta ragionando, rappresentata da Simone Baldelli, grande esperienza d’Aula e sponsorizzato da Brunetta.
Paola Di Caro
(da “il Corriere della Sera“)
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