INELEGGIBILITA’ BERLUSCONI, RINVIATO SCONTRO AL SENATO, NEL PD EMERGONO DISSENSI
IL RISCHIO DI UN ASSETTO OSTILE AL CAVALIERE CON RIPERCUSSIONI SUL GOVERNO HA CONSIGLIATO DI RIMANDARE IN EXTREMIS LA SEDUTA
La seduta della Giunta delle elezioni del Senato è stata rinviata “a data da destinarsi”. Al momento la decisione non è stata motivata, ma tutto lascia supporre che lo slittamento sia legato alle divisioni interne al Pd.
All’ordine del giorno c’era infatti la nomina del nuovo presidente e di conseguenza il rischio di una spaccatura del partito di Guglielmo Epifani visto che uno dei primi provvedimenti che l’organismo di Palazzo Madama dovrà discutere è la proposta per le ineleggibilità di Silvio Berlusconi annunciata dal Movimento Cinque Stelle.
Quella di oggi era infatti una seduta decisiva per sondare gli equilibri politici all’interno giunta.
Il centrodestra con Lega e Gal ha infatti otto senatori.
Otto ne ha il Pd, quattro M5S, e uno Sel.
Se tiene l’asse tra il Pdl, la Lega e il Pd potrebbe essere eletto il leghista Raffaele Volpi.
Ma se una parte del Pd (ne bastano quattro) seguirà le indicazioni espresse nei giorni scorsi da Felice Casson (contrario a votare un leghista presidente), allora la Giunta avrà un altro presidente e virerà verso posizioni ostili a Silvio Berlusconi, che potrebbe essere dichiarato ineleggibile in quanto concessionario pubblico, ai sensi della legge 361 del 1957.
Conclusione al momento meno probabile, ma da non escludere a priori, tanto che il Pdl ha già messo in conto anche questo scenario con conseguenze considerate ovvie. “In questi venti anni – spiega alla Dire il presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma – Berlusconi è stato alternativamente leader politico e presidente del Consiglio. Nel 1996 la maggioranza di centrosinistra non ha ritenuto di dichiararne l’ineleggibilità . Sono passati da allora 17 anni. Mi chiedo come si possa solo pensare di far valere ora quella norma”.
La scelta della conferenza dei capigruppo di rinviare la seduta è stata contestata dal M5S. Secondo il presidente dei senatori grillini Vito Crimi “si è perso già troppo tempo per la convocazione di un organismo fondamentale. Ci sembra una forzatura”.
(da “La Repubblica“)
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