INTERVISTA A GENNARO ARMA, L’ANTIDIVO: “I VERI EROI SONO IN CORSIA, I VERI EROI SONO FALCONE E BORSELLINO”
IL COMANDANTE DELLA DIAMOND PRINCESS: “TORNERO’ PRESTO IN MARE CON LA DIAMOND”… “MAI AVUTO MOMENTI DI SCONFORTO, UN COMANDANTE NON PUO’ PERMETTERSELO”
Gennaro Arma, classe 1975, è uno di quegli uomini che non si vergognano dei loro buoni sentimenti. Uno di quelli cui pensi quando senti Lucio Dalla cantare “ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”. Lui si definisce proprio così. “Un uomo di quarantacinque anni (il prossimo 3 maggio, ndr) normale”.
Uno che, appena atterrato in Italia dal Giappone, dove è rimasto prima alla guida di una nave da crociera – la Diamond Princess, 3700 persone a bordo – in quarantena da coronavirus per quattro settimane e poi per quindici giorni in isolamento, neanche il tempo di incontrare il ministro degli Esteri accorso all’aeroporto per accoglierlo “a nome del Governo”, telefona alla moglie e poi a una giornalista amica d’infanzia per dirle che “è molto dispiaciuto di non aver potuto rispondere, ma lo avrai capito, sono stati giorni intensi”.
Uno che si commuove ripensando al momento in cui si è ritrovato da solo sul ponte di comando e poi ad attraversare la nave ormai vuota, “quando finalmente era finito tutto”, e al ritorno nella sua casa a Sant’Agnello, nel cuore della penisola sorrentina dove è nato e cresciuto, quando ha rivisto la moglie Mariana e il figlio di dieci anni che ha chiamato Diego, come Maradona, il suo idolo calcistico insieme alla squadra del Napoli – “sono stato fortunato che il nome a mia moglie è piaciuto”.
Uno per cui si può correre il rischio di apparire banali, ma non quello di essere infelici. E la felicità oggi, in quest’Italia “che mi ricorda la Diamond Princess isolata per il coronavirus”, sta nel rassicurare “mia mamma che non ho ancora potuto riabbracciare”, nel sorriso di Mariana – che mentre lui era sulla nave e dopo in quarantena ha tenuto a bada curiosi e giornalisti per difendere la privacy della sua famiglia – e nella maglietta che gli ha dedicato Diego con l’arcobaleno e il mantra “Andrà tutto bene”.
Insomma, Gennaro Arma è un antidivo. Hai voglia a chiamarlo “the brave captain” come l’hanno ribattezzato i passeggeri della Diamond Princess, che via social ancora gli rivolgono grandi apprezzamenti e pensieri devoti: lui non ha account nè su Facebook nè su Twitter e non frequenta Instagram.
“Anni fa ho aperto un profilo su LinkedIn, ma non lo uso mai”, dice e poi ripete, per l’ennesima volta perchè tutti continuano a rivolgergli sempre la stessa domanda, che – nonostante il presidente della Repubblica Mattarella lo abbia insignito dell’onorificenza di commendatore – non si sente un eroe, “restando sulla nave fino alla fine ho fatto solo il mio dovere”.
Comandante Arma, chi è per lei un eroe?
“I giudici Falcone e Borsellino e tutti coloro che vanno in missione di pace a rischiare la vita. E i medici impegnati nella battaglia contro il coronavirus. È vero, stanno svolgendo il loro lavoro, ma in condizioni assolutamente straordinarie e mettendo a repentaglio la loro salute, ogni giorno”.
Dica la verità : un po’ le pesa dover rispondere ai giornalisti, il valzer delle interviste.
“Non mi pesa, ma non sono abituato a tutta questa attenzione. Rispondo con piacere ai giornalisti perchè è un momento difficile per il nostro Paese e se, nel mio piccolo, posso contribuire a dare un messaggio di incoraggiamento, non mi sottraggo”.
Non si aspettava tutto questo interesse da parte dei media?
“Ero consapevole ci fosse un certo interesse, sia sul piano nazionale che internazionale, ma non pensavo a tale livello. In fondo, per davvero, ho fatto solo il mio dovere”.
Torniamo ai giorni sulla nave in quarantena. Non ha mai avuto un momento, uno solo, di sconforto?
“Mai. Il comandante non può permetterselo. Anche perchè sta a lui infondere coraggio all’equipaggio e ai passeggeri, se viene meno si determina un effetto a catena nefasto. Certo, il momento in cui ci hanno comunicato dei primi casi di coronavirus tra i passeggeri è stato difficile. Ma quando c’è un’emergenza devi fare di più del tuo meglio, devi dare il massimo. Ho potuto contare sul sostegno dell’equipaggio e della compagnia. E sul rapporto speciale che ho sempre avuto con i passeggeri”.
Hanno fatto il giro del mondo i suoi messaggi audio per rassicurare i passeggeri, le immagini dei bigliettini e dei cioccolatini che gli ha fatto avere per il giorno di San Valentino
“Io non ho cambiato il mio modo di essere per gestire la situazione determinata dal coronavirus. Prendersi cura dei passeggeri è sempre stata una priorità , mia e della compagnia. San Valentino, poi, è sempre stata una giornata speciale, pensi che la celebre serie “Love boat” è ispirata proprio alle navi della Princess cruises, considerate le navi dell’amore. Sapevamo che quest’anno sarebbe stato diverso, ma anche per tenere alto il morale a bordo, d’accordo con la compagnia abbiamo comunque voluto dedicare un pensiero speciale a chi era a bordo, quell’“amore non avrà mai fine” tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi”.
Quando ha capito che ormai era fatta?
“Quando ho visto l’ultimo gruppo scendere dalla nave”. Qui Arma si ferma, la voce si incrina. Un attimo e poi riprende. “Scusi, ma a ripensarci mi commuovo. Quando ho attraversato la nave sapendo di essere l’ultima persona a bordo ho pensato: È finita, è andato tutto bene. Quando poi sono sceso a terra, ero emozionato e orgoglioso e ho fatto una promessa alla nave, che era alle mie spalle”.
Che ha promesso alla nave?
“Che sarei tornato presto, la Diamond tornerà ad essere quella di prima. L’hanno definita “la nave Lazzaretto” e mi è sembrato offensivo, specie per chi era stato contagiato dal virus”.
Quando tornerà a bordo, comandante?
“In questo momento il settore delle navi da crociera e la nostra compagnia stanno sospendendo le attività . Ma si tratta di uno stop temporaneo, dovuto all’emergenza coronavirus. È mia intenzione tornare a bordo appena possibile, anche perchè girare il mondo con una nave da crociera è una delle esperienze più incredibili della vita. Non vedo l’ora di ricominciare”.
Sul suo profilo Whatsapp ci sono due citazioni: “A diamond is a chunk of cold that did well under pressure” e “those who live, those who die and those who go to sea”. Come sono quelli che vanno per mare, scusi?
“È gente tosta, abituata a grandi sacrifici, alla solitudine, ma aperti alle possibilità della vita, come ai rapporti che si instaurano su una nave. Con l’equipaggio si diventa una famiglia. È stato così anche in questa esperienza che ci siamo lasciati alle spalle, nella quale ognuno ha dato il meglio di sè, nel rispetto delle regole e dei protocolli, ma andando oltre i ruoli specifici. Ecco, mi piace pensare che, come è stato per noi, restando uniti e con spirito di sacrificio gli italiani possano superare questo momento difficile per il nostro Paese”.
Ha visto, però, che tanti non rispettano le regole?
“Capisco che le misure del Governo possano aver stravolto la quotidianità di tanti di noi, ma rispettarle è fondamentale. Facciamolo per i nostri bambini, i nostri affetti più cari e non viviamo questo tempo come una punizione da scontare, ma come un’opportunità . Usiamolo al meglio, non sprechiamolo”.
Qual è la prima cosa che le ha detto suo figlio al ritorno?
“Sono rientrato a casa da Roma in tarda serata e lui era sveglio ad aspettarmi. Non ci siamo detti molto, eravamo emozionatissimi. È stato un momento indimenticabile. Di questo ultimo viaggio iniziato il 17 gennaio conservo impressioni, emozioni, ricordi indelebili. Per l’equipaggio, i miei gladiatori verso i quali nutro una gratitudine immensa, per la compagnia, per i miei cari e i miei amici che mi hanno scritto, mi sono stati accanto anche se da lontano con messaggi e incoraggiamenti. Mi dispiace non poterli incontrare, vorrei abbracciarli tutti”.
E il nostro Governo? Il ministro Di Maio ha usato per lei parole di stima e riconoscenza, ha scritto che vi siete sentiti più volte al telefono durante l’isolamento della nave.
“Le autorità giapponesi, l’Ambasciatore a Tokyo Starace, e il Governo italiano, attraverso il ministro Di Maio, mi hanno supportato molto. Mi rassicurava sentire la vicinanza delle istituzioni del mio Paese”.
Incontrerà il presidente Mattarella?
“L’onorificenza che mi ha conferito mi ha colto di sorpresa, per me è un grandissimo onore. Penso che lo incontrerò quando finirà l’emergenza”.
Al suo rientro, ha trovato un’Italia molto diversa da quella che aveva lasciato il 17 gennaio.
“L’Italia di oggi mi ricorda la Diamond Princess isolata per il coronavirus. Ma resta un grande Paese, noi italiani siamo un popolo incredibile. Ci è richiesto un sacrificio, ma come insegna la storia nei momenti difficili sappiamo fare bene. Insieme ce la faremo, supereremo anche questa”.
Ha visto i cori dai balconi, i flash mob canori. Lei ci andrà in terrazzo, a cantare?
“Non ho ancora avuto il tempo, ma appena mi sarà possibile lo farò. Per il momento ho la maglietta con la scritta “Tutto andrà bene” che mi ha disegnato e dedicato il mio Diego. E poi sul terrazzo ci vado anche per un altro motivo”.
Cioè?
“Vado a guardare il mare. Purtroppo, posso farlo solo da lontano. Andare a guardare il mare, scrutare l’orizzonte, specie nelle prime ore della giornata mi rilassa. Ecco, questo ora mi manca”.
Non una cosa da eroe, ma da “the brave captain”, da capitano impavido, sì.
“Io mi sento lo stesso uomo di sempre. I titoli e le definizioni le lascio agli altri. Ero, sono e sarò Gennaro Arma, un uomo di quarantacinque anni, normale”
(da “Huffingtonpost”)
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