ITALIA GLOBAL DA MEDAGLIA
LA CITTADINANZA DI YASSINE RACHIK, VINCITORE DEL BRONZO NELLA MARATONA, OTTENUTA TRE ANNI FA GRAZIE A UNA PETIZIONE ONLINE
Il medagliere italiano agli europei di atletica si arricchisce ogni giorno anche grazie a loro, a quella generazione di italiani dalle origini in continenti vicini e lontani.
Hanno coltivato per anni il desiderio di vestire i colori della nazionale, hanno intrapreso il cammino impervio per l’ottenimento della cittadinanza ed oggi sono lì, sui gradini del podio a stringere tra le mani la nostra bandiera.
Storie di successi sportivi, storie di vita come quella di Yeman Crippa, nato in Etiopia ed adottato insieme a 7 fratelli. Ci sono loro e ce ne sono tanti altri, ancora più giovani, oggi sconosciuti e alle prese con gli allenamenti e la burocrazia.
Un po’ come è successo a Yassine Rachik che proprio oggi ha conquistato la medaglia di bronzo, la quarta per l’Italia, nella maratona maschile.
Yassine è cittadino italiano dal 2015, da tempo aveva intrapreso l’iter per l’ottenimento della cittadinanza, ma grazie all’interessamento dal deputato Pd Khalid Chaouki e ad un forte sostegno popolare tradottosi in 21mila firme di una petizione su change.org, i tempi si sono velocizzati e Yassine ha ottenuto la cittadinanza.
“Oggi sono italiano a tutti gli effetti e potrò correre per la nazionale, rappresentare l’Italia all’estero” commentò nel 2015. Una firma arrivata al fotofinish, alla vigilia degli europei under 23 di Tallin dove portò a casa il bronzo nei 10mila metri.
Da allora Yassine è diventato uno dei portavoce della campagna per lo ius soli e un esempio per tutti i numerosi atleti che sognano di vestire il tricolore e rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali. Se nella precedente legislatura lo ius soli appariva e scompariva dall’agenda, oggi di quella riforma non c’è traccia nel dibattito politico.
Yassine viene da una lunga corriera tra allievi e juniores partecipando a gare di diverse lunghezze e vincendo una trentina di titoli. In un primo momento era riuscito ad ottenere lo status di “italiano equiparato”: un forma di tesseramento degli atleti stranieri residenti in Italia promossa dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera. Uno status provvisorio che si acquisisce sino all’ottenimento della cittadinanza italiana, ma che non è sufficiente per poter partecipare alle categorie superiori.
Poi nel 2015 la firma di Sergio Mattarella, la cittadinanza e i colori della nazionale. Yassine è in Italia dal 2004 da quando aveva solo 11 anni, vive nella provincia di Bergamo a Castelli Calepio con la famiglia, oggi corre distanze più lunghe rispetto a quando era più giovane e c’è da credere che dopo questo risultato non mollerà di un metro la sua gara più importante, quella che l’ha visto protagonista per l’ottenimento della cittadinanza italiana. La correrà per tutti gli altri.
“Ci credevamo, era veramente un sogno. Nonostante il caldo siamo riusciti a dare il massimo, in una gara uomo contro uomo, e a portare questa doppia medaglia che per me vale davvero tanto” ha commentato Yassine Rachik dopo il bronzo vinto nella maratona agli Europei di atletica di Berlino e il successo dell’Italia nella classifica a squadre maschile.
“Ho fatto una gara molto coraggiosa, cercando di spingere fino alla fine. Mi sono allenato moltissimo, soprattutto nell’ultimo periodo. Peccato per l’assenza di Daniele Meucci, ma ho dimostrato che basta crederci e non arrendersi”, ha aggiunto.
Quello sulle strade di Berlino è il secondo risultato più importante con la maglia azzurra di Yassine, dopo quello agli Europei under23 del 2015 nei 10000 metri.
E dire che quando ancora viveva in Marocco preferiva il Karate. Yassine oggi ha anche migliorato il suo record sulla lunghezza della maratona tagliando il traguardo in 2 ore 12’09”. Ottimo quinto posto per Eyob Faniel, 25enne poliziotto originario di Asmara in Eritrea che vive a Bassano del Grappa.
Il bronzo di Yassine Rachik è la quarta medaglia dell’Italia agli Europei dopo di bronzo di Yeman Crippa sui 10.000, Yohanes Chiappinelli sui 3000 siepi e di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply