LA CASA DELLE (FU) LIBERTA’ E’ DIVENTATA UN CASINO
DIVISI SU QUASI TUTTO I TRE PARTITI DEL CENTRODESTRA CHE IN EUROPA APPARTENGONO A TRE GRUPPI DIVERSI… SALVINI NON E’ CREDIBILE QUANDO ACCUSA BERUSCONI DI INCIUCIARE CON IL GOVERNO: IL PRIMO TRADITORE E’ STATO LUI QUANDO E’ ANDATO AL GOVERNO CON I GRILLINI CON I VOTI DEGLI ELETTORI DI CENTRODESTRA
Causa il declino degli ultimi mesi, Matteo Salvini non ha più la forza di imporsi ai suoi alleati, ha smarrito l’ascendente e i risultati sono sotto gli occhi: nel centrodestra si recita a soggetto, in mancanza di una regia domina l’improvvisazione.
Il genio dell’imprevisto è senza dubbio il Cav che, senza concordare nulla, ha avviato un ciupi-ciù con il governo sotto l’alto patronato del Quirinale.
Nè si è premurato di informare i partner sulla norma salva-Mediaset, spuntata come un fungo nelle notti di plenilunio: sul piano politico e personale, un’autentica cafonata. Ma scagli la prima pietra chi in passato non ha fatto altrettanto.
Coi Cinque stelle la Lega è andata addirittura al governo, perdendo il diritto di dare lezioni agli altri. L’antica Casa delle libertà ormai da tempo s’è trasformata in casino, tra liti sulle candidature, gazzarre populiste, rincorse in avanti e fughe all’indietro.
L’unico vero collante che tiene unita la destra è lo scorno di trovarsi tutti insieme all’opposizione, fuori dalla porta al freddo mentre dentro si svuota la dispensa.
Salvini ora propone di dar vita a una federazione tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega con l’obiettivo di coordinare le mosse. Per esempio prima di avviare una trattativa con il governo sui ristori anti-Covid o in prospettiva quando si tratterà di eleggere il prossimo presidente della Repubblica. È l’uovo di Colombo, c’è da stupirsi che da quelle parti nessuno ci avesse pensato prima.
Però c’è un problema: qualunque federazione presuppone un progetto, per piccino che sia. Richiede obiettivi comuni e regole condivise. Ha bisogno di uno statuto dove si stabilisca ad esempio chi prende le decisioni, come dirimere le controversie, cosa diavolo fare se qualcuno rompe le righe.
In una federazione andrebbero coordinati i gruppi, tanto alla Camera quanto al Senato; moderati gli appetiti a livello locale.
Non è impresa da poco tenere insieme partiti rivali, parenti serpenti, con Giorgia Meloni che ha già messo la freccia del sorpasso e a ogni giro di pista sta tentando di scavalcare la Lega.
Una federazione degna del nome non potrebbe rinunciare a sciogliere certi nodi, incominciando dalla collocazione europea.
È impossibile che riescano a coordinarsi come si deve tre partiti appartenenti ad altrettante famiglie politiche: Silvio che sta coi Popolari di Frau Merkel, Giorgia con i Conservatori Ue (ne è diventata la numero uno), Matteo appollaiato sulla curva ultrà insieme con la Le Pen e con i nipotini del Fà¼hrer.
Hanno divergenze abissali sull’America, sulla Russia, su Erdogan, sull’euro, sul sovranismo; per federarsi dovrebbero chiarire un tantino le idee
(da “Huffingtonpost”)
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