LA COMMISSIONE EUROPEA METTE NEL MIRINO IL TESORO PERSONALE DEL PATRIARCA KIRILL, GRANDE SOSTENITORE DELLA GUERRA DI PUTIN
I CONTI CORRENTI IN SVIZZERA, AUSTRIA E ANCHE IN ITALIA DA ALMENO 4 MILIARDI DI DOLLARI SARANNO CONGELATI, MA IL CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSA DI RUSSIA, CON UN OSCURO TRASCORSO NEL KGB, HA ACCUMULATO ANCHE VILLE, YACHT E OROLOGI D’ORO (COME L’OROLOGIO “BREGUET” DA 30 MILA DOLLARI CON CUI È STATO FOTOGRAFATO DIECI GIORNI FA)
L’8 marzo, durante le celebrazioni della Domenica del perdono nella cattedrale di Mosca, il patriarca Kirill aveva spiegato quali erano le vere ragioni della guerra di Vladimir Putin. Prima di Lavrov, prima e meglio del propagandista in capo Solovyov.
Disse in sostanza Kirill: è una guerra santa contro l’Occidente corrotto e omosessuale. «La guerra è in corso perché la gente non vuole le parate gay nel Donbass. Oggi esiste un test, una specie di passaggio per entrare in quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, della “libertà” visibile. Sapete cos’ è questo test? È molto semplice e allo stesso tempo terribile: una parata gay».
Secondo Kirill l’Occidente organizzava il genocidio dei popoli che si rifiutano di organizzare parate gay. L’Unione europea ha deciso infine di trattarlo come uno dei capi della propaganda guerrafondaia putiniana, «da lui minacce all’integrità dell’Ucraina», c’è scritto nella bozza delle sanzioni, e dunque la Commissione ha proposto formalmente il congelamento dei beni e il divieto di viaggio: una lista nera che comprende ufficiali militari (a partire dai responsabili dei crimini di Bucha) e uomini d’affari vicini al Cremlino.
Ma che asset potrà mai avere, il pio religioso, che spedì aiuti e mascherine per il Covid alla Puglia (il governatore Emiliano lo ringraziò con un video solenne, «un grande uomo e grande amico del popolo pugliese»), l’uomo che, nel 2012, benedì il terzo mandato di Putin, gridandogli in chiesa «hai svolto personalmente un ruolo enorme nel correggere la curvatura della nostra storia, Vladimir Vladimirovich!»?
In realtà, mentre combatteva l’Occidente corrotto e l’ossessione del consumo, Kirill consumava, a sua volta. E non poco.
La Chiesa ortodossa russa ha definito «un’assurdità» le voci di ville sul Mar Nero e yacht, conti in Svizzera e orologi da decine di migliaia di euro (ma con un Breguet da 30 mila dollari è stato fotografato dieci giorni fa)
Eppure, inchieste giornalistiche indipendenti russe dicono il contrario.Novaya Gazeta scrisse (senza mai arretrare) che Kirill era intestatario di conti correnti che da un minimo di 4 miliardi di dollari potevano arrivare a otto: in Svizzera, Austria e Italia.
Novaya scrisse che la cifra esatta era difficile da quantificare perché «il patriarca ha preferito mantenere i suoi risparmi in banche svizzere, da dove solo negli ultimi anni sono stati parzialmente trasferiti in Austria e in Italia (probabilmente sotto le garanzie del Vaticano)».
Nel libro «Russia’ s Dead End», Andrei Kovalev, ex membro dello staff di Gorbachev, scrisse – sulla base di documenti che fu possibile consultare solo per breve periodo, alla fine dell’Unione sovietica – che Vladimir Mihailovic Gundyaev (questo il vero nome di Kirill) aveva un passato di più che probabile agente del Kgb, l’agente “Mihailov”. Ovviamente il patrirca lo nega. Certo è invece che i monaci ortodossi in teoria fanno voto di non possesso quando vengono ordinati, ma ciò non sembra aver fermato l’accumulo di Kirill. Secondo un’inchiesta di “Proekt”, il patriarca possiederebbe, lui e due dei suoi cugini di secondo grado, immobili per 2,87 milioni di dollari a Mosca e Pietroburgo.
Una sua seconda cugina di 73 anni, Lidia Leonova, possiede a Mosca una casa di circa 600mila dollari su Gagarinsky Pereulok, più una di 533mila dollari a Pietroburgo sul Kryukov Canal.
L’appartamento sul canale è una storia nella storia interessante, le fu donato nel 2001 da un uomo d’affari, Alexander Dmitrievich, grande amico di Kirill, pochi mesi dopo che il sindaco di Mosca aveva ritirato le pretese del Comune in un contenzioso contro quello che, secondo “Proekt”, era un presunto partner commerciale di Dmitrievich, un italiano di nome Nicola Savoretti (uno dei non pochi contatti italiani del religioso).
Savoretti replicò che Kirill non si era adoperato per la risoluzione di quella vicenda, e di non avere progetti in comune con Dmitrievich. Molte carte in possesso di collettivi di coraggiosi giornalisti russi hanno poi consentito di ricostruire che Kirill avrebbe una residenza sul Mar Nero vicino a Gelendzhik, la cui costruzione è stata stimata in un miliardo di dollari, che appartiene formalmente alla Chiesa ortodossa russa ma dove non è permesso libero accesso nemmeno ai vescovi, rilevò Novaya Gazeta.
La residenza di Gelendzhik, casualmente, è non lontano dal celebre “Palazzo di Putin”, raccontato nei dettagli dall’inchiesta di Alexey Navalny. Kirill possiederebbe poi uno chalet vicino a Zurigo, più azioni in una serie di oggetti immobiliari tra Mosca, Smolensk e Kaliningrad, senza contare venti residenze formalmente appartenenti a varie organizzazioni religiose centralizzate e locali della Chiesa ortodossa russa.
Gli asset in Russia saranno difficili da toccare, ma i conti correnti si trovano in Europa e in Svizzera, e potrebbero essere abbastanza facilmente attaccati. Kirill definì la presidenza Putin «un miracolo di Dio». Miracolo dorato, naturalmente, come le icone ortodosse di Andrej Rublëv.
(da agenzie)
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