“LA CONDANNA DELL’ULTRA’ HA SALVATO LA MEMORIA DI UN UOMO PERBENE”
INTERVISTA A DON ALBANESI IN RICORDO DI EMMANUEL: “CONTRO DI LUI UN LINCIAGGIO INFAME”
“Adesso la memoria di Emmanuel è salva. Ed è questo che conta. Una condanna a quattro anni per chi l’ha colpito è troppo leggera? Forse, ma i contorcimenti della Giustizia a me non interessano. Oggi è evidente che Emmanuel era innocente, è morto, e chi ha provocato quella morte è stato punito. Ora il mio compito è quello di riportare la sua salma in Nigeria, l’ho promesso a Chinyere”.
Don Vinicio Albanesi, fondatore della comunità di Capodarco, parroco di Fermo, ha la voce solcata di tristezza mentre commenta la sentenza a 4 anni con il patteggiamento per Amedeo Mancini, l’ultrà razzista che l’estate scorsa aveva massacrato di botte Emmanuel Chidi Namdi, rifugiato nigeriano, morto in seguito a quel pestaggio.
Era il 5 luglio, faceva caldo: Emmanuel, 38 anni, e sua moglie Chinyere, arrivati cinque mesi prima a Fermo in fuga dalle persecuzioni di Boko Haram, con alle spalle le famiglie sterminate e un figlio ucciso, vengono aggrediti con insulti razzisti mentre passeggiano sul corso da Amedeo Mancini.
Un violento ben conosciuto alle forze dell’ordine e con un Daspo alle spalle. “Scimmia africana” grida Mancini a Chinyere. Emmanuel reagisce, la colluttazione è violentissima, Mancini colpisce duro, Emmanuel finisce in coma e morirà il giorno dopo.
Don Vinicio, Emmanuel ha avuto giustizia?
“Questa sentenza afferma con chiarezza che Emmanuel era un uomo per bene, che non ha fatto del male a nessuno, ha reagito ad una provocazione ed è stato vittima di un omicidio preterintenzionale. La sua memoria è salva, lui purtroppo non c’è più”.
Lei conosceva bene Emmanuel e sua moglie Chinyere.
“Sì, certo, erano ospiti della fondazione “Caritas in veritate”, io li avevo uniti in matrimonio, in modo simbolico, perchè non avevano ancora tutti i documenti. Una coppia forte unicamente del proprio amore, sopravvissuta ad atroci persecuzioni, l’uccisione del loro primo figlio, la perdita del secondo per le percosse durante la fuga. Erano felici di essere scampati alla morte in Nigeria, e invece Emmanuel la morte l’ha trovata qui”.
La moglie, Chinyere, ha rinunciato al risarcimento.
“Un atto di grande nobiltà , ha chiesto soltanto cinquemila euro per poter riportare la salma del suo compagno in Nigeria. E sarò io ad accompagnare a casa Emmanuel, l’ho promesso a Chinyere. Ora finalmente chi ha speculato su questa storia tacerà “.
Ci spieghi, don Vinicio.
“Contro Emmanuel e sua moglie, si era scatenata soprattutto in Rete una campagna denigratoria e razzista, da parte di chi difendeva l’assalitore. Un linciaggio che ha riguardato anche me perchè cerco di aiutare i migranti”.
Razzismo puro…
“Credevo di esserci abituato, da 40 anni lotto contro ogni tipo di discriminazione, ieri erano i disabili, i tossicodipendenti, oggi sono i migranti. Invece quelle cattiverie mi hanno ferito. Chi difende i più deboli rischia di essere travolto anzichè sostenuto. Ma anche Amedeo va aiutato”.
Compassione per chi sbaglia pur evitando il carcere?
“Amedeo pagherà comunque. Ma è un ragazzo fragile, vittima della propria violenza”.
Contro Mancini è stata riconosciuto l’aggravante razziale. Pensa che possa essere un deterrente?
“Speriamo. L’intolleranza è forte, e la convivenza con i migranti purtroppo fa ancora paura”.
(da “Huffingtonpost”)
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