LA DESTRA E’ FINITA, ANDATE IN PACE… L’EVAPORAZIONE DI AN
BERLUSCONI DICE CHE FORZA ITALIA E PDL SONO LA STESSA COSA… AN E’ ORMAI IL PARTITO-EUTANASIA, IN ATTESA CHE STACCHINO LA SPINA, MEGLIO EVITARE L’ACCANIMENTO TERAPEUTICO… IL PRESIDENTE DELLA CAMERA ARDENTE SI E’ VENDUTO A MEDIASET ANCHE LA DIRETTA DELLE ESEQUIE
Al Consiglio nazionale di Forza Italia c’era pure il copione di tre paginette già scritto, interventi e votazione conclusiva per acclamazione inclusi.
Cambiando la regola che impone la convocazione di un Congresso nazionale per decidere la linea politica e conferendo pieni poteri al presidente Berlusconi, si passa da Forza Italia al PdL come un refolo di vento.
Il premier interviene per ricordare che non cambia nulla, invece che Forza Italia ci si chiamerà PdL, tutto rimane come prima. Neppure un accenno ad Alleanza Nazionale, neanche per dimostrare, con un minimo di classe, di salvare le apparenze.
An è evaporata, sempre più vicina ad una icona eutanasica, in attesa che venga posto fine all’accanimento terapeutico che sarebbe in questo caso senza ragione, come l’esistenza di An, in fondo.
A un certo punto compaiono in sala Matteoli e La Russa ( per capirci quelli che qualche tempo fa avevano definito rincoglionito il Gianfri), ascoltano l’intervento di Verdini e se ne vanno. Il discorso di Berlusconi viene liquidato diplomaticamente con un “Ha parlato da capo di Forza Italia” e poi La Russa chiosa: “An non perderà un briciolo della sua identità “, in effetti concordo, non avendola mai avuta, difficile perderla.
Per una volta siamo d’accordo con Bossi che ha commentato “Al loro posto mi sarei tenuto il mio partito: non si cresce, si diminuisce e crescono i problemi”, non ci vuole molto a capirlo, basta guardare i risultati delle politiche.
La battuta più bella l’ha avuta il ligure Alfredo Biondi, “maledetto toscano” di origine, presidente dell’Assemblea e uno dei fondatori di Forza Italia: “Berlusconi all’inizio mi disse che voleva fare un partito liberale di massa…oggi di massa ce n’è tanta, di liberali poco”.
Se Alfredo fosse stato di destra, probabilmente avrebbe dovuto sostituire il termine “poco” con “nulla”. Siamo al “sciogliete le righe”, ognuno a casa propria, facendo coincidere la professione politica con gli affari propri.
Sottolinea Marcello Veneziani: “In una coalizione come questa, la destra avrebbe dovuto essere la forza con più storia e più cultura, più senso dello Stato e spirito pubblico, più difesa della famiglia e della tradizione italiana, mediterranea ed europea, più voglia di incidere sulla formazione civica e sui beni culturali. E invece, totale latitanza”.
In giro per l’Italia, tenendo conferenze, racconta Marcello,”trovo platee di destra che inveiscono contro Fini che ha ucciso la destra. Nel padovano ho trovato finalmente uno che lo difende, ma quando si presenta scopro che è un assessore di sinistra, ora capisco”.
Questione, diciamo noi, anche di modelli comportamentali. In altri tempi c’era una moralità per cui se un posto era della minoranza, spettava ad essa indicarlo.
Mai sarebbero state ammesse squallide furbate come votare Villari alla Vigilanza: è la differenza che passa tra un Valensise e un Maceratini rispetto a un Bocchino, per capirci.
Destra era rispetto della parola data, non tutelare cordate di sinistra, convertite sulla via di Arcore (vedi Cai) o aumentare il peso sui media, attraverso l’appropriazione indebita di un organismo di controllo spettante all’opposizione.
La Destra vera non avrebbe mai avuto paura di Orlando, altro che votare una “quinta colonna” patetica come Villari che getta discredito a sinistra ( e sono affari loro), ma anche e soprattutto a destra.
Uno che sostiene “un democristiano vero non rinuncia mai a un posto” ha forse qualcosa a che fare con la destra? E uno che interpella, appena eletto, i direttori dei Tg Rai sulla scomparsa dei temi legati alla sicurezza nei notiziari che pensiero induce?
In noi una sonora risata, poco ci manca che le palle mediatiche di Maroni sulla “linea dura” ci perseguitino anche durante i passaggi pubblicitari, tanto sono ossessivamente presenti nei Tg e ora arriva Villari a dirci che sono pochi?
No la Destra è cosa seria. Ha ragione Pietrangelo Buttafuoco quando ricorda che una volta “la destra era il senso della tradizione, della fede, della patria. Ora dovremmo difendere le discoteche, la vita à la page e il consumo?”
Per poi ottenere cosa? Già in An paventano che alle prossime Europee si perderanno due parlamentari, schiacciati tra Lega da una parte e candidati forti di Forza Italia dall’altra i quali avranno il traino di Berlusconi capolista, mentre Fini è ibernato nella carica istituzionale.
Sarà la prima avvisaglia di come il rapporto 3 a 7 durerà poco, a cominciare dalle prossime regionali, i più “protetti” salveranno il posto, gli altri salteranno come birilli in tutta Italia.
Il presidente della Camera ardente si sarà venduto a Mediaset anche l’esclusiva delle esequie, mentre in Italia si fa una politica reazionaria e ultraliberista, dimenticando la tradizione nazionale e sociale della destra, la sua moralità pubblica, la rappresentanza dei ceti deboli.
Tanta gente che come noi da ragazzi, non frequentavamo i salotti borghesi, ma la libertà la difendevamo in tutte le piazze d’Italia.
Prima che qualcuno volesse insegnarci cos’è e farci iscrivere al “partito della libertà “, noi ce la siamo conquistata palmo a palmo, goccia di sangue a goccia di sangue, lacrime e sudore.
Mentre qualche maestro di oggi pensava solo a fare i quattrini costruendo immobili e qualcun’ altro girava impeccabile con l’impermeabile del tenente Sheridan…
Se questa è destra, meglio davvero che si stacchi la spina.
Idee e valori non hanno bisogno di vita artificiale, e della socialità della elemosina che il ricco fa al povero a Natale.
Siamo altro, rappresentiamo altro: il nostro popolo non ha bisogno di “cattivi maestri”, ma di amore, di passione politica, di sangue e rabbia, di cervello e sentimento, di etica e disinteresse. Di destra sociale.
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