LA FAVOLA DI ALI: AL CORRIDORE DEL MALI LA PROTEZIONE UMANITARIA PER MERITI SPORTIVI
IL RAGAZZO SCOPERTO AL CARA DA DUE POLIZIOTTI CHE LO HANNO ALLENATO: “LO SPORT E’ VEICOLO DI INTEGRAZIONE”
Alì vuole diventare un campione. Italiano. E sventolare sul podio la bandiera tricolore.
“Per ringraziare il Paese che mi ha accolto, con una medaglia alle Olimpiadi”.
A lui, maliano di ventitre anni, il Centro per richiedenti asilo di Bari ha regalato la possibilità di tornare a correre.
I due poliziotti che lo hanno allenato hanno scoperto un talento, che da due anni colleziona coppe e premi. Ora Alì, all’anagrafe Drame Fousseni, potrà tesserarsi davvero, ed entrare a far parte di team di atletica leggera italiani.
“Il nuovo giudice che segue le cause dei migranti a Bari gli ha riconosciuto la protezione umanitaria, con una motivazione davvero originale”, spiega il suo avvocato, Loredana Liso. Oltre alle difficoltà che sta vivendo il Mali, va considerato che Alì “ha intrapreso attraversolo sport agonistico — si legge nel dispositivo — un percorso di integrazione nel nostro paese, che va tutelato”.
Lo sport, dunque, è per il giudice “valutato come veicolo di integrazione, visto che Drame è tesserato alla Federazione italiana di atletica leggera e ha già impegni per la stagione estiva”.
“In Italia però correre significa essere libero”, è la più grande vittoria di Alì.
Silvia Dipinto
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