ROMA, PROMESSE ELETTORALI DA SOGNO
LE PROPOSTE PIU’ BIZZARRE DEI CANDIDATI A SINDACO DELLA CAPITALE
Promesse da sogno.
A leggere i programmi dei candidati a sindaco di Roma alle elezioni comunali di giugno i romani possono dormire sonni tranquilli: chiunque sarà il vincitore, tra cinque anni consegnerà ai cittadini una metropoli completamente nuova: stop al degrado e alla sporcizia, una percentuale di raccolta differenziata da far arrossire le capitali del Nord Europa, un sistema di trasporto pubblico su ferro e su gomma che a Londra ci invidieranno, periferie rammendate e un manto stradale impeccabile, mai più spreco e malversazioni nell’apparato amministrativo.
E’ quanto hanno messo nero su bianco i candidati a sindaco di Roma nei loro programmi elettorali.
Un insieme di proposte, la maggior parte delle quali di buon senso anche se già sentite.
Ma ce ne sono alcune che invece risultano un po’ bizzarre per l’elettore che va a spulciare, paragrafo per paragrafo, slide per slide, il piano che si intende attuare nella Capitale una volta eletti.
Una di queste, ad esempio, è quella di creare una funivia che consenta di superare il traffico tra Casalotti e Boccea, un’area periferica altamente congestionata dal traffico. Un’idea lanciata dalla candidata del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi che nei giorni scorsi si è attirata gli sberleffi e le ironie di avversari politici, in primis del Partito Democratico, e di tanti utenti sui social network.
Al di là del fianco offerto alle facili invettive, del progetto di una funivia a Roma se ne era già parlato: durante la giunta di Walter Veltroni si pensò di collegare l’area della Magliana e dell’Eur con questo sistema.
Il piano di una cabinovia piacque anche al successivo sindaco Gianni Alemanno e all’ultimo, Ignazio Marino. E anche all’attuale candidato Pd al Campidoglio Roberto Giachetti non sembra dispiacere, come da lui stesso affermato durante un’iniziativa elettorale nell’XI municipio.
Giachetti intende invece affrontare il dissesto del trasporto pubblico locale attuando diverse misure.
Tra queste, c’è quella di migliorare la circolazione sulle corsie preferenziali portandole “dagli attuali 63 km a 150, cominciando dalla via Tiburtina”.
Non solo: per il candidato sindaco Pd, un modo per scoraggiare definitivamente “le infrazioni degli automobilisti incivili” potrebbe essere l’inversione del senso di marcia delle preferenziali.
Lo slogan utilizzato non è dei più azzeccati e sembra anzi invogliare gli automobilisti a compiere infrazioni anche rischiose: “Più preferenziali e contromano”. Sintetico sì, ma ambiguo.
La candidata sostenuta dal suo partito, Fratelli d’Italia, e dalla Lega Nord Giorgia Meloni ha messo sul piatto una serie infinita di promesse sulla cui fattibilità è lecito dubitare: raccolta differenziata al 75% (Giachetti si è fermato al 65%), azzeramento del debito della Capitale grazie al semplice riconoscimento “una tantum degli ‘arretrati’, ovvero i soldi mai versati sinora (dallo Stato, ndr) alla città di Roma”. E poi il sogno di una “Tor Bella Monaca bella come Trastevere: demoliremo il brutto per costruire e portare il Bello”.
Nel settore dell’infanzia, poi, Meloni assicura il massimo impegno per evitare sprechi di “energie e risorse in promozioni ideologiche come l’assurda propaganda gender che ha cominciato a diffondersi in alcuni contesti scolastici”.
Non è finita qui: per ripianare le buche propone le strade adottive: “Vogliamo coinvolgere risorse private: far ‘adottare’ le strade ad alcuni grandi marchi privati che si faranno carico del rifacimento in cambio di pubblicità , o alle associazioni di commercianti che si occuperanno di rimetterle a posto in cambio di concessioni”.
Ma è sul trasporto pubblico che Meloni preme sull’acceleratore: i ritardi negli scavi per la costruzione delle linee metropolitane saranno un ricordo del passato.
Nel caso in cui, durante i lavori, venissero ritrovati resti archeologici o reperti storici, potranno essere “sacrificati” sull’altare dell’efficienza a meno che non si tratti di opere “assolutamente eccezionali”. Il meccanismo per stabilire quali ritrovamenti varrà la pena distruggere e quali no manca però dal programma.
Alfio Marchini, sostenuto dalla sua lista civica, da Forza Italia e da Francesco Storace, ha condiviso le idee hi-tech più originali.
A partire dal semaforo intelligente (proposto anche nel programma di Virginia Raggi) “in grado di rilevare l’intensità del traffico e di regolare di conseguenza la durata dei cicli semaforici variabile in tempo reale”.
Fin qui si resta nel campo della fattibilità ; dal quale si esce, forse, quando l’imprenditore romano promette lo stop agli allagamenti nelle giornate piovose grazie all’uso dei “tombini tecnologici”.
Un sistema avanzatissimo per la raccolta e la canalizzazione dell’acqua piovana.
“La soluzione che abbiamo individuato è un “Sistema Informatico di Monitoraggio Acque Pluviali” (SIMAP), che controllerà costantemente lo stato di tutti i tombini collegandoli in rete ad una Centrale operativa in grado di localizzare con estrema precisione quello in allarme, consentendo un rapido, puntuale e risolutivo intervento. I dati raccolti saranno trasmessi alla Sala di Controllo, dotata di pannello sinottico che segnalerà le anomalie e la loro posizione così da predisporre un rapido e risolutivo intervento.”
Da Marchini arriva anche una proposta per riqualificare i tetti dei palazzi della Capitale e dire basta a cavi e antenne televisive che guastano il nostro terrazzo: “Abbiamo pronta una delibera per promuovere la diffusione di orti e giardini verticali sui tetti dei palazzi romani, ad uso dei residenti” per favorire tra l’altro “un maggior assorbimento delle acque piovane a beneficio del sistema stradale e fognario e contribuire alla climatizzazione naturale e biologica degli edifici”.
Oltre agli ormai famosi “tornelli alti due metri per azzerare la possibilità di scavalcare per accedere ai binari” della metropolitana, Marchini ha pronta “un’ordinanza sindacale” per disincentivare il fenomeno della prostituzione sulle strade e nei quartieri.
Stefano Fassina, fresco di riammissione alla campagna elettorale su decisione del Consiglio di Stato, si propone di “dimezzare in cinque anni il numero di auto in circolazione” adottando un modulo calcistico: il 4-3-3: “4 passanti ferroviari per i collegamenti con l’area metropolitana, 3 linee di Metro, 3 linee di tram”.
Sul fronte della sicurezza l’ex viceministro dell’Economia propone di combattere la criminalità organizzata con “l’onestà organizzata, grazie alla partecipazione attiva dei cittadini per aumentare l’efficienza delle amministrazioni e la trasparenza delle aziende pubbliche per trasporti, rifiuti e acqua”.
Last but not the least, non poteva mancare Mario Adinolfi candidato per il Popolo della Famiglia.
Il suo è un programma ispirato al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Si tratta di 26 punti programmatici tra i quali ci sono la “carità “, il “bene comune”, “la giustizia”, “la libertà “, “la verità “. E soprattutto “la famiglia composta da mamma e papà “.
Alla voce “Y come Y chromosome. Educare sì alla sessualità , ma rispettando l’identità e l’armonia maschio/femmina”, Adinolfi spiega poi come deve avvenire l’educazione sessuale dei minori: “L’educazione affettiva e sessuale deve abbracciare la totalità dell’essere umano, non solo gli aspetti fisici, ed essere calibrata allo specifico dell’identità maschile e femminile, realtà complementari ma differenti. Si tratta, insomma, di preparare i futuri sposi, uomini e donne del domani, all’amore di comunione e fecondo”.
Va sottolineato che per la realizzazione della gran parte delle proposte non si spiega dove verranno reperite le risorse economiche.
Resta al candidato una vasta gamma di idee bislacche e misure più o meno concrete per un finale di campagna elettorale che promette bene: le premesse ci sono tutte.
(da “Huffingtonpost”)
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