LA GERMANIA È DI NUOVO SPACCATA IN DUE: TRA CHI È D’ACCORDO A INVIARE I CARRI ARMATI IN UCRAINA (53%) E CHI NO (39%)
LA PERCENTUALE DI CHI NON VUOLE SPEDIRE GLI ARMAMENTI A KIEV SALE AL 65% A EST
«L’eterno grigio» del cielo berlinese è molto più che pura meteorologia, è una condizione dello spirito, un invito alla riflessione. E dal tetto del Berliner Scholss, non solo la cupola del Duomo di Berlino e la torre della televisione di Alexanderplatz acquistano una nuova prospettiva. Anche la guerra in Ucraina e il brulicare di opinioni sulla fornitura di nuovi sistemi d’arma, come i carri armati Leopard 2, guadagnano in chiarezza.
«Il giorno dopo l’aggressione di Putin all’Ucraina ho pensato: “datemi il mio libretto degli assegni e ditemi quanto vi serve per comprarvi armi e ricacciarlo indietro”», ci racconta Barbara, 64 anni, professoressa di germanistica.
«Questa naturalezza per poco mi è costata il legame con la mia migliore amica», dice. «Da un anno non possiamo più parlare di politica. È doloroso. Lei ripete solo pace, pace, pace e abbassa lo sguardo. Per noi tedeschi le cose sono più difficili», tenta di spiegare: «Per quelli nati del dopoguerra come me», continua Barbara, «c’era la generazione dei padri e dei nonni, implicata in crimini terribili, e poi c’era la nostra, nata in tempo di pace e cresciuta al motto “mai più guerra”». Non è semplice cambiare punto di vista: «Per noi essere buoni, stare dalla parte giusta, significa volere la pace».
Anche i sondaggi raccontano di questa spaccatura tra la popolazione, una divisione che è insieme politica, geografica e generazionale. Secondo un rilevamento Forsa di pochi giorni fa una stretta maggioranza dei tedeschi, il 53%, sostiene la decisione del governo di inviare i panzer Leopard 2, mentre il 39% non la condivide. E la percentuale dei contrari all’Est diventa ancora più alta: il 65 %. Nei nuovi Laender, come vengono chiamati le 5 regioni orientali, è alto in particolare il timore di una reazione militare russa contro la Germania, il 59% contro il 33% dei Laender dell’Ovest
Anche a sul fronte orientale della Germania il panorama è tutt’altro che omogeneo. C’è chi si sente ancora legato a quel che rimane dell’Unione sovietica e chi invece è rimasto, allora come oggi, ostile. […] «Da una parte l’Ucraina ha tutto il diritto di difendersi e riprendersi i suoi territori, dall’altro questo invio dei carri armati significa che la guerra durerà più a lungo e ci saranno più vittime» dice. «Il cancelliere però ha fatto bene a pensarci a lungo» conclude la pensionata. «Se stiamo uniti, siamo tutti più sicuri».
A Steffi, ingegnere bavarese da vent’anni a Berlino, non piace rispondere sulla questione dell’invio di armi: «Il punto non è essere favorevoli o contrari ai Leopard 2, a me è mancato un dibattito serio sulla partecipazione alla guerra», ci spiega, uscita da lavoro. «Io sono iscritta al partito dei Verdi anche perché si sono sempre detti contrari a mandare armi a Paesi in guerra. E adesso?». E aggiunge: «Se dici certe cose in pubblico vieni guardato male. Essere contro l’invio delle armi, equivale a sostenere Putin», dice.
(da “la Stampa”)
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