LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI ALLA FINE PIACERA’ SOLO AI DELINQUENTI
PUR CON LE MODIFICHE IMPOSTE DAI FINIANI CHE HANNO EVITATO IL PEGGIO, LA LEGGE NON HA SENSO… SERVIRA’ SOLO PER NON FAR USCIRE ALTRE INTERCETTAZIONI SULLA CRICCA: IL GOVERNO VA CONTRO L’OPINIONE DEL 60% DEGLI ITALIANI… SI COLPISCONO LE INDAGINI, LA MAGISTRATURA, LA POLIZIA E LA STAMPA PER TUTELARE LA SOLITA CASTA
Berlusconi la voleva ancora più repressiva, Fini più morbida, oltre il 60% degli italiani più volte ha fatto capire nei sondaggi che non la vuole affatto.
Alla fine è uscito un compromesso che, grazie ai finiani, evita il peggio, come il principio di retroattività che avrebbe azzerato tutte le intercettazioni pregresse sulla cricca dei lavori del G8, come la deroga al termine improrogabile dei 75 giorni oltre i quali non si poteva più intercettare.
Ma restano troppi punti oscuri e un principio generale inaccettabile.
Tra i primi, il pericolo di bloccare indagini pesanti di mafia, attraverso i limiti ai reati correlati, il divieto di intercettare in casa del sospettato, il ridicolo tour de force che le procure dovranno mettere in atto per ottenere proroghe ogni 72 ore, con gran incasinamento burocratico, le intercettazioni ambientali concesse per soli tre giorni, le sanzioni eccessive contro giornalisti ed editori.
Il principio generale che ritieniamo inaccettabile è invece che di questa legge siano sosdisfatti solo i delinquenti, mentre tutte le persone oneste e gli operatori del settore protestino.
Qualcosa vorrà evidentemente dire.
Se la norma fosse nata dalla giusta esigenza di tutelare la privacy di un indagato, sarebbe stato sufficiente far applicare gli art. 114 e 329 del codice che sanciscono che le indagini sono segrete mentre il processo è pubblico e che fissano il concetto di segreto istruttorio.
In ogni caso sarebbe bastato fare riferimento solo al divieto di pubblicare notizie personali dell’intercettato che nulla abbiano a che fare con l’inchiesta. Facciamo un esempio.
Dalle intercettazioni di Balducci sono emerse ipotesi di gravi reati che il cittadino ha diritto a conoscere, ma anche certe sue frequentazioni omosessuali a pagamento che nulla c’entrano con l’inchiesta e che come tali dovevano essere segretate.
Ma non ci si può appellare a questa anomalia per mettere il bavaglio a tutto. Anche perchè molte altre registrazioni, ininfluenti dal punto di vista penale, che riguardano personaggi importanti e con cariche di rilievo hanno un’utilità per il cittadino: servono ad essere informati sul modo in cui certe poltrone vengono lottizzate e sulla disinvoltura con la quale si esercita il potere.
E ancora: sono due anni che il premier parla di riforma della giustizia “per renderla più funzionale”, ma poi si è discusso solo di legge ad personam, di legittimo impedimento, di processo breve, di “lodi” e ora di “legge bavaglio”. Con un solo fine evidente: impedire lo svolgimento di indagini e processi nei confronti dei potenti.
Con sovente pesanti dubbi di costituzionalità di quanto si stava predisponendo, come peraltro anche in questo caso.
L’opinione pubblica ha captato che dietro questa norma c’è l’interesse a bloccare la pubblicazione imminente di altre intercettazioni sulla cricca del G8, nessuno si beve la storiella della privacy.
Non solo: a nostro parere hanno pure messo a punto la solita ghedinata malfatta e vi spieghiamo perchè.
La legge ora dice, ad es., che le intercettazioni saranno possibili solo per i reati puniti con più di 5 anni, corruzione compresa.
A parte il fatto che un premier che voleva esentare la corruzione non dà certo una grande immagine di sè, un magistrato potrà in ogni caso aggirare la norma facilmente: basterà ipotizzare delle aggravanti.
Se l’estorsione non è intercettabile, quella aggravata lo è, e per modificare un capo di imputazione c’è tempo fino a fine indagine.
Nel frattempo si intercetterà lo stesso.
Gli atti potranno essere pubblicati solo per riassunto? Ma cosa è un riassunto: tutto e niente, basta non virgolettare.
Considerando i rischi che si possano bloccare indagini serie contro la criminalità e di passare per chi ha interesse a imbavagliare la stampa, censurando gli atti, ci chiediamo: valeva davvero la pena infilarsi inquesto vicolo cieco per arroganza e dabbenaggine?
Non sono forse altre le misure che andrebbero privilegiate e che il cittadino comune reclama?
Anche perchè a chi non ha nulla da nascondere cosa volete che gliene freghi di essere ascoltato o meno al telefono.
Preferirebbe certamente che fossero le sue esigenze a venir ascoltate e a trovare risposta da parte di chi ci governa.
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