LA MERKEL ELOGIA MONTI: “DIFENDE L’ITALIA CON DUREZZA”
BILANCIO UE PER LA CRESCITA: DOPO IL DISASTRO DI BERLUSCONI CON IL SALDO PASSIVO DI 5 MILIARDI, MONTI VUOLE RINEGOZIARE GLI AIUTI ALLO SVILUPPO PER IL NOSTRO PAESE
Mario Monti vola a Bruxelles e Berlino per incontrare i vertici delle istituzioni europee e Angela Merkel.
In Italia dal Pdl alla Lega lo attaccano, dicono che è andato a prendere gli ordini dalla Cancelliera ma in realtà la trasferta europea del premier uscente, che domenica sarà a Parigi per incontrare Hollande, ha uno scopo preciso: la prossima settimana i Ventisette dovranno riprovare a chiudere il bilancio europeo per il periodo 2014-2020 e l’Italia, dopo il disastroso accordo firmato da Berlusconi nel 2005, deve recuperare terreno nel negoziato se non vuole continuare ad essere svantaggiata nel saldo tra quanto versato e quanto ricevuto da Bruxelles.
Un appuntamento al quale Monti, insieme al ministro Enzo Moavero, lavora da quasi un anno.
Troppo importante non far perdere fondi all’agricoltura e al Mezzogiorno, alle infrastrutture e alle politiche per crescita e occupazione.
Ma il negoziato si chiude solo all’unanimità e si annuncia duro e complesso.
Mercoledì con Barroso Monti ha concordato che nel suo insieme il bilancio dell’Unione dovrà essere indirizzato alle politiche che aiutano la crescita.
Ieri mattina nel corso di un breakfast di lavoro il premier italiano ha ribadito la sua posizione al presidente del Consiglio europeo, Hermann Van Rompuy, l’uomo che gestisce il negoziato e presiede le riunioni dei leader.
Quindi l’aereo per Berlino, dove Monti arriva accolto da un gelido vento del Nord in arrivo dalle coste di Amburgo.
Mario e Angela si concedono una breve dichiarazione pubblica, senza domande, prima di pranzare. Dopo nessun contatto con i media. Ma Monti incassa dalla Merkel un complimento che vale più degli attestati di stima ricevuti pubblicamente negli ultimi mesi dai colleghi europei.
A Berlino, infatti, brucia ancora la notte del 28 giugno quando, poco dopo che l’Italia di Balotelli battè la Germania agli europei, Monti brandendo il veto riuscì a far accettare alla Cancelliera e ai falchi del Nord lo scudo antispread.
Accordo che poi aprì le porte all’intervento risolutivo della Bce di Draghi.
Così parlando del prossimo summit la Merkel ricorda che «negli ultimi mesi Italia e Germania hanno fatto molto per l’Europa, ma è anche vero che Monti a volte ha difeso gli interessi del suo Paese con un certa durezza».
È la risposta che il premier più gradisce rispetto alle accuse che punteggiano la campagna elettorale di essere agli ordini della Merkel.
Ciononostante da Roma gli attacchi al premier proseguono.
Alfano — dimenticando l’irrilevanza in Europa di Berlusconi — ricorda a Monti che «votano gli italiani, non le cancellerie».
Curioso che Tremonti e Ferrero usino la stessa espressione: «Cameriere della Merkel».
Berlusconi si limita a dire che Monti «è andato a fare un po’ di teatro».
Intanto il negoziato di Bruxelles si annuncia ad alto rischio.
I Ventisette avevano già provato a chiudere il bilancio a novembre, ma il no di Gran Bretagna, Olanda e Svezia ha mandato tutti a casa.
La Commissione Ue chiedeva 1.047 miliardi di fondi per il settennato.
Londra e gli altri volevano 200 miliardi di tagli. La Germania 100. Van Rompuy nella sua ultima proposta è sceso di una ottantina.
L’Italia vorrebbe mantenere integra la dotazione finanziaria di Bruxelles, ma la partita per Monti si concentra sulla ripartizione delle spese.
Roma non vuole più essere penalizzata, deve difendere i soldi per agricoltura e coesione, vuole che l’uso dei soldi guardi a crescita e occupazione e deve migliorare il saldo ereditato da Berlusconi in passivo di 5 miliardi all’anno tra quanto versa nelle casse Ue e quando riceve in fondi comunitari.
Il peggiore d’Europa.
Monti lascia intendere la possibilità di porre il veto.
Ma mettere d’accordo 27 leader sul denaro non è mai facile.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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