LA PROCURA TOGLIE QUALSIASI ALIBI A MITTAL: “LO SCUDO PENALE E’ UN PRETESTO, VUOLE LASCIARE TARANTO PERCHE’ E’ IN CRISI”
UN DIRIGENTE: “AD ORDINO’ LO STOP DI ORDINI E VENDITE, IL PIANO PREVEDEVA UNA SCORTA MINIMA”… UN MANAGER: “PREVISTE PERDITE PER 700 MILIONI”
Lo scudo penale è una scusa: ArcelorMittal vuole andare via da Taranto perchè non ha più soldi da destinare all’ex Ilva.
Non solo: il contratto d’affitto è valido e la cordata francoindiana è tenuta a rispettarlo. Questa in sintesi la linea della procura di Milano che sostiene la posizione dei commissari straordinari nel ricorso d’urgenza contro il gruppo franco-indiano che vuole recedere dal contratto di affitto.
I pm hanno depositato un atto di adesione di dieci pagine al giudice Claudio Marangoni davanti al quale si discuterà il prossimo 27 novembre il ricorso d’urgenza.
Secondo la Procura di Milano “la vera causa della disdetta” è “riconducibile alla crisi di impresa” della multinazionale. Gli imprenditori aveva intenzione di disimpegnarsi e hanno usato “pretestuosamente” la vicenda dell’abrogazione dello scudo penale.
A sostegno di questa teoria, le parole di un dirigente ascoltato lo scorso 18 novembre: “In più riunioni tenute da settembre ad oggi sia il precedente amministratore delegato Mathieu Jehl, sia il nuovo amministratore delegato Lucia Morselli, hanno dichiarato che la società aveva esaurito la finanza dedicata all’operazione” di affitto con obbligo di acquisto dell’ex Ilva.
Uno dei passaggi del verbale fa riferimento alle affermazioni di un dirigente in merito alle scorte destinate alla produzione: “Nonostante la sospensione del piano di fermata, l’azienda non ha tutto quello che serve per proseguire l’attività in quanto l’approvvigionamento delle materie prime è stato cancellato”.
E ancora. “Il piano prevedeva di lasciare una scorta minima di materie prime solo per un altoforno per un mese”.
Anche l’amministratore delegato di Arcelor Mittal, Lucia Morselli, “ha dichiarato ufficialmente” in un incontro “ai primi di novembre” con “i dirigenti e i quadri” che erano stati fermati “gli ordini, cessando di vendere ai clienti”.
Dettagli sulla situazione economica dell’azienda emergono da altri stralci del verbale: “Stiamo pagando, ma con ritardo. Ad oggi abbiamo circa 130 milioni bloccati, ma, tra gli altri, ci sono anche problemi nella regolarità della documentazione dei fornitori”, ha detto il direttore Finance di Arcelor Mittal, Steve Wampach, sentito due giorni fa come teste dai pm di Milano.
Il manager ha aggiunto che “la previsione” di perdita per il 2019 è di “circa 700 milioni”. Stando alle dichiarazioni raccolte dai pm, l’ultima rata dell’affitto: “Il canone di affitto di ramo d’azienda è trimestrale anticipato per rate di 45 milioni di euro. L’ultima scadenza del 5 novembre non è stata onorata e stiamo quindi iniziando il processo di escussione della garanzia”.
(da “Huffingtonpost”)
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