LA REGIONE CHE NON SA FARE I CALCOLI E IL GOVERNATORE CHE NON HA LA DIGNITA’ DI ANDARE A CASA
NONOSTANTE I DOCUMENTI LI INCHIODINO, FONTANA E LA MORATTI NON AMMETTONO DI AVER CAUSATO UN DANNO DI 600 MILIONI AI LOMBARDI… E LA RETTIFICA LA CHIAMANO “INTEGRAZIONE”
La mesta storia della Lombardia alle prese con la pandemia è “finita” con l’unico epilogo possibile: la Lombardia ha fatto ricorso contro se stessa.
Sì, perchè pare ormai certo che se la regione governata da Attilio Fontana è stata zona rossa dal 17 gennaio non perchè l’indice rt fosse quello di Manaus, ma perchè in Lombardia hanno fatto male i calcoli.
Insomma, si sono sbagliati. Avrebbero, in pratica, continuato a conteggiare come positivi quelli che dopo tre settimane potevano ritenersi guariti anche senza tampone di controllo.
Ovviamente, la vicenda ha risvolti meravigliosi, perchè preceduta dal ricorso al Tar di Fontana con tanto di dichiarazioni vittimistiche quali “Questa è una punizione, i lombardi sono stati bravi!”.
I lombardi sono stati bravi scolaretti, certo, mentre la Regione non sapeva neppure fare i conti giusti. Quando arriva la risposta del ministero della Salute che fa notare gentilmente a Fontana “avete sbagliato i numeri”, Fontana e la Moratti saltano sulla sedia. “Ma come vi permettete, sappiamo tutte le tabelline fino a quella del sette!”.
Insomma, dicono che non hanno sbagliato proprio un bel niente. A quel punto, Roberto Speranza, uno che ha la faccia di quello che s’è incazzato l’ultima volta quando gli si è macchiato con la Coca Cola il vestito della prima comunione, si incazza.
«La relazione dell’Istituto superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione» ha detto. «Senza l’ammissione di questo sbaglio non sarebbe stato possibile riportare la Lombardia in zona arancione» ha continuato Speranza, «questa è la semplice verità . Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa».
Allora Fontana, non potendo più scaricare gli errori su Gallera e se prova a farlo con la Moratti si ritrova a fare l’oss in una rsa, dice che non si tratta di rettifiche, ma di “aggiornamenti”.
In pratica hanno aggiornato il ministero sul fatto che avevano mandato i numeri sbagliati.
Dunque, quelli che pensavano di dare la precedenza dei vaccini alle regioni più produttive, probabilmente avrebbero sbagliato i conti del pil e l’Abruzzo sarebbe stato vaccinato prima della Lombardia.
Li avevamo criticati senza valutarlo. Fatto sta che se questa ricostruzione sarà confermata definitivamente, il problema per la Lega è serio: il partito sostenitore dell’#ioapro grazie soprattutto all’endorsement di Matteo Salvini, il partito dalla parte degli imprenditori vittime dei dpcm del governo, ha danneggiato gli imprenditori per via di un errore gravissimo e grossolano.
Un errore dovuto proprio all’incapacità in Lombardia di monitorare i contagi e i cittadini che sono rimasti (contagiati) a casa per le quarantene. Le conseguenze dell’incapacità ormai endemica della regione e di Ats nel vigilare sui singoli, ha portato non solo ai disastri della prima ondata che sono costati morti e contagi, ma anche a un danno economico difficilmente quantificabile in questa seconda ondata.
Una settimana di zona rossa in più nel periodo dei saldi sarebbe infatti costata 600 milioni di euro ai negozianti. Che ora dovrebbero prendersela proprio con chi chiedeva al governo di aprire, mentre era colpevole della chiusura. Con chi voleva tutelarli mentre li danneggiava. Con chi faceva ricorso al Tar mentre in realtà faceva ricorso a se stesso.
(da TPI)
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