LA RICERCA ATTRAVERSO LE CELLULE TELEFONICHE: IN VENETO OGNI GIORNO SI SPOSTANO 3.228.397 DI PERSONE
SONO LA META’ RISPETTO A 20 GIORNI FA MA SONO LA DIMOSTRAZIONE CHE LA STRETTA DEL GOVERNO NON ESISTE NEI FATTI
Ancora oggi dopo decreti, ordinanze, circolari nazionali e locali ogni giorno in Veneto si spostano più di tre milioni di persone, esattamente 3,228.397.
Venti giorni fa però erano quasi il doppio, sfioravano i sei milioni i movimenti di coloro che in auto, a piedi prendendo il bus attraversavano città , comuni, province e alcuni andavano anche fuori dalla Regione.
“Abbiamo i dati perchè abbiamo iniziato a censire gli spostamenti, ovviamente in forma anonima, con il gestore telefonico Tim, e la mia ordinanza ha ridotto i transiti nel territorio regionale del 44,6%”.
Rivendica il presidente della regione, Luca Zaia, riferendosi all’ordinanza di venerdì 20 marzo, che impone la chiusura domenicale degli esercizi commerciali e che per portare a passeggiare il cane si debba rimanere entro 200 metri dalla propria abitazione mentre nel resto del paese ci si limita ad un più generico, “Nei pressi” di casa.
L’indagine sviluppata da Tim-Olivetti con l’Azienda digitale del Veneto e Azienda Zero, riguarda gli spostamenti tracciati dalla rete Tim, e segue un movimento quando da un punto di origine si esce fuori dalla propria cella telefonica e nel punto di destinazione si sta fermi per più di mezzora.
Un’indagine che fotografa una regione, racconta come ci comportiamo, cos’è cambiata la vita, gli spostamenti in Veneto dai primi del mese visto che le rilevazioni sono state fatte ogni lunedi dal 2,il 9, il 16 e infine il 23 marzo.
Il 2 marzo la situazione nella regione parla di 291 casi di pazienti contagiati dal Covid, di tre morti. Il turismo comincia ad andare in crisi e piovono le disdette anche per Venezia mentre i voli calano del 60 % e fioccano le prime multe perchè molti locali non rispettano le distanze di un metro
Quel giorno gli spostamenti furono quasi sei milioni nella regione: 5.834141, il 32% all’interno dei comuni, il 54% fuori, tra le province si muoveva il 10% dei veneti e un 3,4 continuava ad andare fuori dalla regione.
L’8 marzo arriva il decreto firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte che chiude 14 province, le cosiddette zone rosse dalle quali non si può entrare ed uscire. In Veneto Venezia, Padova e Treviso sono arancioni, ovvero quelle da cui si può entrare e uscire per andare al lavoro o per motivi strettamente necessari; bar e ristoranti devono chiudere entro le 18. Nel resto del Veneto resta in vigore la distanza di un metro tra i clienti dei locali
L’effetto immediato c’è, ma meno di quello che sui potrebbe pensare, quasi mezzo milione di persone se ne restano a casa o comunque si registrano mezzo milione di spostamenti in meno: altre 5.386188 continuano a spostarsi, il 55 fuori dal comune, il 33 in città o nel paese dove vivono. Cala chi va fuori provincia, 8,8% e chi esce dal Veneto, 2,9%.
Passano i giorni, la situazione peggiora. Il bilancio del Covid in Veneto il 16 marzo è sempre più pesante, sono 2541 gli infetti, 77 le vittime e l’onda non accenna a fermarsi. Ma i comportamenti cominciano a cambiare e gli spostamenti scendono a 3.605.678: il 38,19 in meno rispetto all’inizio del mese.
Il 22 marzo arriva il decreto che vieta anche l’accesso ai parchi, ai giardini, concede i movimenti solo nei pressi di casa mentre nella regione Veneto l’ordinanza specifica: non si può andare a più di due cento metri dalla propria abitazione.
E si arriva cosi a un nuovo calo: 3.228. 397: che porta al 44,66 per cento in rispetto ai primi di marzo.
In pratica nonostante il coronavirus continui a dilagare un veneto su due continua a uscire e spostarsi sul territorio come se nulla fosse.
Figurarsi nelle altre Regioni…
(da “La Repubblica”)
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