“LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DA UNA PM DONNA? E’ STATA ANCORA PIU’ SCIOCCANTE“
PARLA LA DONNA CHE HA DENUNCIATO IL MARITO PER STUPRO
Una serie di molestie sessuali, anche in presenza del figlio più piccolo nella stessa stanza. Poi quella minaccia – neanche tanto velata – con tanto di coltello puntato alla gola davanti alla madre.
Poi vessazioni di ogni tipo e una violenza anche psicologica che, secondo la pm di Benevento che ha chiesto l’archiviazione della sua denuncia per stupro contro il marito (da cui ora si è separata) non costituisce un reato per cui andare a processo. Oggi, all’indomani di quella richiesta – che dovrà ancora essere accettata – parla per la prima volta Audrey Ubeda, anche ai microfoni di Mattino 5.
La donna, che tra poche ore compirà 39 anni, ha raccontato la sua storia e le sue reazioni a questa richiesta di archiviazione da parte della pm di Benevento (condita dal pensiero “Un marito deve poter vincere minime resistenze”) al quotidiano La Repubblica.
Nata in Francia, si è trasferita in Italia per vivere con quell’uomo che – poi – si è reso protagonista di violenza fisiche e psicologiche nei suoi confronti. Fino al superamento di quel limite che, lo scorso 24 maggio, l’ha portata a fuggire dalla sua casa (con i figli) e trovare rifugio in un centro anti-violenza. Poi la denuncia contro quell’uomo e quella paradossale richiesta di archiviazione da parte della Procura.
“Quando il mio legale mi ha spiegato che un magistrato scagionava il mio ex, con l’immagine dell’uomo che deve vincere le resistenze della donna per ottenere un rapporto sessuale, mi sono sentita ferita di nuovo. Ammetto: mi ha scioccata sapere che quelle parole venivano da una pm donna”.
Audrey Ubeda ha poi raccontato quelle violenze fisiche e psicologiche di cui è stata vittima per tanto tempo. Dall’obbligo di avere rapporti sessuali con l’uomo in piena notte – anche in presenza del figlio più piccolo nella loro stanza -, fino all’episodio di minaccia in presenza della madre: quel coltello puntato alla sua gola mentre il tg parlava di femminicidi in Italia. Il tutto condito da frasi come: “Un giorno parleranno anche di noi”.
Racconti inseriti anche all’interno di quella denuncia che, ora, potrebbe essere archiviata come richiesto dalla pm di Benevento. E c’erano anche le violenze nei confronti dei due bambini, secondo il racconto della donna a La Repubblica:
“Mi fa una ventina di telefonate, io non rispondo. Ma la forza me l’hanno data i bambini: anche loro hanno subìto maltrattamenti. Il padre li batteva con la cintura dei pantaloni, stanco di sentirli giocare”.
(da La Repubblica)
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