LA RIDICOLA PROPOSTA DI FDI CONTRO LE AZIONI DI ULTIMA GENERAZIONE
UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE, IL REATO E LE PENE CI SONO GIA’ E SONO ANCORA PIU’ SEVERE… I SOVRANISTI PENSINO A DIFENDERE L’AMBIENTE INVECE CHE MANGANELLARE CHI LO DIFENDE
L’agenda talk-show della maggioranza e dell’opposizione dopo la pausa pasquale si arricchisce di nuovi capitoli. Per la maggioranza una nuova norma contro gli eco-vandali e gli imbrattatori di monumenti, per l’opposizione la riedizione della proposta di matrimonio egalitario sotto l’egida del nuovo responsabile Pd dei diritti Alessandro Zan.
Sono argomenti entrambi ottimi per perimetrare le rispettive identità e per litigare in televisione. Consegneranno un palinsesto perfetto all’infotainment delle prossime settimane che certo non può fare ascolti con cose noiose come il Def, il Piano nazionale di ripresa e resilienza o le nuove regole europee che impongono ai datori di lavoro di indicare il salario che offrono negli annunci di ricerca di personale.
Nessuno, per carità, vuole sminuire il valore o l’urgenza delle battaglie che da sei mesi marcano la differenza tra destra e sinistra, ma forse è lecito dire che dal decantato ritorno della politica, dopo la lunga parentesi tecnica, ci si aspettava di più e di meglio dello scontro di margine avviato con il primo provvedimento post-elettorale, il famoso e incasinatissimo decreto contro i rave.
L’ultima proposta-bandiera firmata da Fratelli d’Italia è un ddl che intercetta la pubblica indignazione per le azioni degli ultras ambientalisti contro la Primavera di Botticelli (due attivisti si incollarono le mani al vetro che la protegge), la facciata di Palazzo Vecchio (vernice spruzzata sulle mura) o la Barcaccia di Piazza di Spagna (colorante nero versato nella fontana).
La legge c’è già, è nel codice penale dal 2022, è severissima, punisce chi “distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici” con la galera da due a cinque anni. Ma non importa, quel che conta è intestarsi un giro di vite contro gli eco-vandali, e possibilmente spingere gli avversari a ripetere le dichiarazioni di indulgenza e comprensione già ascoltate da Matteo Orfini e Chiara Appendino (“Non esageriamo, è solo vernice lavabile, vanno ascoltati”).
L’agenda talk-show, d’altra parte, è fondata su questo tipo di riflesso pavloviano. Io annuncio il giro di vite su questo e quello, tu gridi alla deriva autoritaria. O al contrario, io propongo una estensione dei diritti e tu gridi alla distruzione dei valori (a proposito: lo stesso Zan ammette che “sarà difficile vedere approvata” la sua nuova proposta sul matrimonio gay).
Lo abbiamo visto succedere su tutto, forestierismi, carne in vitro, fluidità, figli di coppie omogenitoriali, maestre che regalano rosari o scrivono circolari antifasciste, con un quotidiano misurarsi negli angoli del dibattito pubblico dove è più facile dividere con la spada la destra e la sinistra ed evitare le grandi questioni della modernità, quelle che rendono inutilizzabili i vecchi riferimenti novecenteschi.
E’ uno scambio di colpi perfetto per i dibattiti televisivi, e forse anche per il bi-partitismo Fdi-Pd che si sta sostituendo al vecchio bipolarismo, ma per il resto: sicuri che serva a qualcosa, sicuri che fare politica sia questo?
(da La Stampa)
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