LA STRATEGIA SOVRANISTA; DIFFAMARE LE ONG E POI RIFUGIARSI DIETRO L’IMMUNITA’ PARLAMENTARE COME IL “CORAGGIOSO” SALVINI
GODENDO DELLA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO, NON RISPONDONO DEI REATI
Sulle Ong la linea del governo Meloni è quella della diffamazione e del tentativo di gettare discredito su chi salva vite in mare.
E siccome il loro tasso di innovazione nella politica e nel linguaggio della politica viaggia con 100 anni di ritardo la retorica di Giorgia Meloni e di tutto il codazzo di estrema destra che la segue – compreso Matteo Salvini e il sedicente moderato Antonio Tajani – è tutta basata sul complotto e la macchinazione.
Da giorni i reazionari al governo e i loro galoppini dicono a destra e a manca che le Ong non sono organizzazioni umanitarie ma sono parte integrante di un patto scellerato e criminale con gli scafisti con i quali si danno appuntamento in mare aperto per prendere in consegna non già i naufraghi ma una sorta di ‘merce’ umana utile ai guadagni.
La famosa tesi delle Ong taxi del mari a suo tempo tirata fuori da Giggino Di Maio a imperitura onta della sua parabola politica e che ora tutti vanno ripetendo, da Calderoli a Salvini, da Tosi al ministro degli esteri Antonio Tajani.
Menzogne, bugie, diffamazioni. Tutte tra l’altro – a proposito del garantismo della nostra destra che riguarda solo ricchi, tangentisti e indagati per prostituzione minorile – ampiamente smentite proprio dalla stessa magistratura, visto che alcune inchieste giudiziarie partite con annunci roboanti poi sono miseramente naufragate nel nulla (naufragio è la parola giusta) perché si è trattava di teoremi e di ipotesi d’accusa che si sono rivelati inesistenti e non di altro.
Ora al governo reazionario non resta che la diffamazione. E si sentono protetti dall’immunità.
Del resto il coraggioso Matteo Salvini, a processo per diffamazione per le false accusa a Carola Rackete è riuscito a far sì che il Tribunale sospendesse il procedimento e rimandasse tutto al Senato per verificare se gli insulti e le bugie rientrassero nei suoi diritti di parlamentari.
E cosa deciderà il Senato? Metterà una pietra tombale sulle diffamazioni contro Carola Rackete, assolta da tutte le accuse ma oggetto di una campagna d’odio senza eguali.
Si sentono protetti e diffamano.
(da Globalist)
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