LA TENTAZIONE DELLA MELONI: SMARCARSI DAL CENTRODESTRA E CORRERE DA SOLA
RAPPORTI MAI COSI’ TESI CON SALVINI, IPOTESI ROTTURA: “NON C’E’ GIORNO CHE NON CI PENSI”… MA VORREBBE DIRE RINUNCIARE ALLE POLTRONE DELL’UNINOMINALE E NON LO FARA’
I rapporti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini non sono mai stati così tesi.
Nel primo giorno del congresso di Fratelli d’Italia, il clima che si respira a Trieste tra i 4mila “patrioti” arrivati da tutta Italia è da resa dei conti con un alleato, la Lega, sempre più scomodo e ingombrante.
A far saltare i nervi dei meloniani è stato l’accordo elettorale tra Salvini e Gianni Alemanno e Francesco Storace, due ex colonelli di An fin troppo legati all’epoca finiana per essere digeriti dai militanti di FdI.
L’irritazione della Meloni è stata palese già nell’intervista al Fatto quotidiano, quando a proposito del nuovo asse Lega-Sovranisti ha detto: “Prendo atto con serenità . Da noi sarebbe stato di certo più difficile avere garanzie, altrove mi pare di capire sono state presentate. Chi si è reso responsabile di disastri elettorali, e mi fermo a quelli – ha rintuzzato la Meloni – dovrebbe avere la misura nel richiedere una prorogatio per il suo fondoschiena”.
La Meloni potrebbe cedere a chi da tempo la tira per la giacca spingendola a correre da sola, svincolata dal centrodestra berlusconiano: “Non c’è giorno che non ci pensi”, ha ammesso, per quanto poi a mente fredda corregge il tiro: “Tutti quanti stanno facendo il loro gioco cercando ovviamente di valorizzare le loro specificità e le loro differenze: è il risultato di aver voluto una legge elettorale sostanzialmente proporzionale, sistema nel quale contano i voti che prende il partito”.
Un altro deterrente è la legge elettorale: se Meloni si smarca, il partito ne uscirebbe con le ossa rotta nei collegi uninominali, ma recupererebbe consensi nella battaglia al proporzionale.
L’idea di sfilarsi dalla coalizione esiste, ma per ora viene accantonata.
A Trieste, il secondo tempo di Fratelli di Italia comincerà con due certezze. Aprire il partito alle esperienze locali partendo da movimenti che gravitano nell’orbita della destra: dal neopresidente della Regione Sicilia Nello Musumeci a Raffaele Fitto.
Non è un caso che la scena di Trieste sia riservata innanzitutto agli amministratori locali. La seconda mossa punterà a rafforzare la presenza sul web in vista di una campagna elettorale che si sposterà dalla tv ai social.
(da agenzie)
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